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Atletica - Caso Schwazer, il gip chiede assistenza internazionale

FIDAL/COLOMBO
Il giudice Walter Pelino non ha ancora ottenuto le provette incriminate per l'ostruzionismo sospetto di Iaaf, Wada e laboratorio di Colonia

 Il processo di Bolzano sul caso Schwazer registra un altro significativo passaggio. Il gip Walter Pelino non intende subire oltre il comportamento ostruzionistico, per non definirlo in altro modo, di Wada (l’agenzia mondiale antidoping), Iaaf (la federazione internazionale di atletica) e laboratorio di Colonia. Ieri il magistrato ha inviato al Ministro della Giustizia la richiesta di assistenza giudiziaria internazionale.
    Il giudice Pelino chiede che il Tribunale di Colonia, che ha disposto il sequestro dei campioni di urine prelevati l’1 gennaio 2016 e risultati poi positivi, voglia autorizzare il laboratorio presso cui i campioni sono custoditi, al trasporto delle provette, nella loro assoluta integrità (sia del contenuto che dei contenitori), tramite incaricati della stessa Wada. Il tutto secondo l’impegno che l’organismo antidoping assunse tramite il suo rappresentante legale, nella sede del RIS dei Carabinieri, a Parma, per consentire l’effettuazione delle perizie disposte.
    Il Tribunale di Bolzano ha accettato l’incidente probatorio finalizzato ad ottenere la duplice perizia, chimica e genetica, per accertare se il campione di urina, A e B, prelevata al marciatore Alex Schwazer possa essere stato alterato ad arte per provocare la positività (testosterone ed epitestosterone di origine esogena) e quindi la squalifica dell’azzurro. Il gip Pelino scelse i periti (il colonnello Lago del RIS di Parma e il professor Marco Vincenti per il profilo tossicologico), ma quanto stabilito e accettato nell’udienza del 17 gennaio, non è stato poi eseguito. Prima si è tentato di trattenere i campioni a Colonia, ma l’istanza è stata rigettata il 30 gennaio, poi è stato detto che il laboratorio di Colonia non era disposto a consegnare i campioni senza l’autorizzazione del Tribunale di Colonia. Ecco perché il gip Pelino ha dovuto richiedere l’assistenza giudiziaria internazionale per sbloccare una situazione che allontana la possibilità di fare chiarezza sul caso Schwazer. Inutile osservare come, di per sè, questa condotta dovrebbe indurre a riflettere chi ancora non ha capito chi sia la vittima e chi il carnefice di questa vicenda.

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