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Schwazer: "Io vittima di un complotto. Nessun crollo psicologico"

ANSA

Il marciatore racconta le sue sensazioni dopo l'assoluzione del tribunale di Bolzano: "Ho aspettato così tanto questo momento che non me ne sono ancora reso pienamente conto"

Domani, sabato 13 marzo, il marciatore italiano Alex Schwazer sarà ospite di Silvia Toffanin nel salotto pomeridiano di Verissimo. Qui racconterà tutte le proprie emozioni dopo l'assoluzione del tribunale di Bolzano in seguito alla squalifica per doping subita nel 2016. L'oro a Pechino 2008 vuota il sacco: "Ho aspettato così tanto questo momento che non me ne sono ancora reso pienamente conto. Nelle prossime settimane ripenserò a quello che è successo in questi anni. Quando è iniziata questa cosa non avevamo certezze che saremmo riusciti a dimostrare la mia innocenza e non sapevamo quando questo sarebbe potuto accadere". Il giudice nella sentenza ha affermato che le provette sono state alterate: "Ho un'idea su chi possa essere stato però bisogna saperlo dimostrare. Se sapessi i nomi li avrei già detti tempo fa nelle dovute sedi". Sull'ipotesi di un complotto sembra non avere dubbi: "Sicuramente è così. È stato un complotto nei miei confronti".

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Sui momenti difficile vissuti in questi anni ammette: "Ci sono stati degli alti e bassi. Il mio mondo, quello dello sport, mi ha fatto stare male. Non ho avuto nessun crollo psicologico perché sapevo di essere innocente. Dentro di me ho sempre avuto la speranza di fare chiarezza". Dopo l'assoluzione, Schwazer ha ben chiaro il prossimo obiettivo: le Olimpiadi di Tokyo, anche se c'è da superare l'ultimo scoglio legato alla giustizia sportiva per cui la squalifica è valida fino al 2024. "Mi sento bene fisicamente e ce la metterò tutta per andarci ma non sarà una cosa facile da ottenere a livello burocratico e giuridico. Serve una revisione per essere giudicato anche da un organo della giustizia sportiva. Sono innocente, ma a livello sportivo qualcuno fa ancora fatica ad accettarlo. Vorrei avere la possibilità di dimostrare la mia innocenza anche davanti a loro".

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