Quando nel febbraio di due anni fa firmò ad Ancona il primo record italiano assoluto al coperto con un balzo di 6,91, superando mamma Fiona, il suo allenatore di allora Gianni Cecconi ammise, quasi colpevolmente, che la cosa più difficile nell’allenarla non era l’apprendimento della tecnica, perché imparava tutto con velocità impressionante, ma «la gestione del rapporto con i genitori, in conflittualità permanente con le scelte tecniche». Da lì a poco si consumò il suo divorzio da Larissa, allora diciottenne. E la figlia d’arte entrò (non tornò) totalmente nell’orbita di mamma Fiona May e soprattutto di papà Gianni Iapichino senza accusare il peso del passato dei due illustri genitori: lei due argenti olimpici e quattro volte sul podio iridato con due ori, un argento e un bronzo, nonché primatista italiana (tuttora) con 7,12; lui ex primatista italiano dell’asta nel 1994 con 5,70. Domenica Larissa si è fatta un bel regalo di compleanno con due giorni di anticipo (oggi spegne 21 candeline), dominando la finale degli Europei U.23 in Finlandia con un primo salto di 6,93, con il quale ha gelato le forti avversarie. È solo l’ultimo exploit di una stagione in cui la ragazza non ha sbagliato quasi mai, trionfando anche tra le grandissime della specialità in due tappe della Diamond League: Firenze e Stoccolma. A dimostrazione che mai divorzio fu più fortunato. «Ma ora Larissa dovrà imparare a volare anche senza babbo tra i piedi: non è più una bambina», dice quasi minaccioso il coach di casa.
L'intervista a Gianni Iapichino
Gianni Iapichino, lei ha preso a seguire tecnicamente Larissa da due stagioni. Dopo una prima fase complicata è iniziata ad arrivare con cadenza impressionante tutta una serie di ottimi risultati: cosa è successo?
«Dal punto di vista tecnico abbiamo azzerato tutto e siamo ripartiti dalla velocità e soprattutto dal modo di interpretare la rincorsa. C’è voluto del tempo, ma nel frattempo Larissa è cresciuta. Dopo la prima fase abbiamo lavorato sui meccanismi della fase di volo e come sfruttare la velocità di entrata».
Il rapporto tra genitore e atleta è stato messo in dubbio recentemente dal divorzio tra Gianmarco Tamberi e il papà-allenatore Marco, che se ne sono dette di tutti i colori. Voi invece?
«Io per lei sono papà, tecnico e confidente. Nel senso che lei ha i suoi spazi (ormai vive da sola a Firenze; ndr), è pienamente indipendente e serena nei rapporti con i suoi coetanei. Tra noi c’è armonia in tutto. Vuol sapere la cosa che apprezzo di più? Il fatto che lei sia molto amata dalle sue avversarie. Vuol dire che funzioniamo. Quando ci ritroviamo in pedana o in gara ognuno rispetta il proprio ruolo».
Domani (oggi) compie 21 anni, come festeggerà?
«Siamo appena rientrati dalla trasferta finlandese, molto impegnativa, e venerdì tornerà in pedana alla Diamond League di Montecarlo, dove ritroverà le principali avversarie dei Mondiali di Budapest. Quindi avrà poco da far baldoria, probabilmente solo un brindisi con gli amici più cari. In questo lei è molto responsabile».
Cosa dobbiamo aspettarci venerdì, un salto sopra i 7 metri?
«Lei questa misura ce l’ha nelle gambe già da tempo. Se finora non è arrivata è perché ha trovato sempre condizioni meteo avverse, ciononostante è riuscita in tutte le occasioni a fare meglio delle avversarie. A Stoccolma il 2 luglio è venuto giù il diluvio e lei all’inizio è stata costretta a saltare in calzamaglia. Dopo tre turni le ho detto di toglierla e ha fatto 6,67 andando in testa. Poi al quinto la campionessa olimpica e mondiale Mihambo l’ha quasi affiancata, avvicinandola di un centimetro. E all’ultimo turno Larissa ha reagito mettendo al sicuro il risultato volando a 6,69. Idem a Firenze, con la pedana insidiosa per la pioggia caduta fino a un’ora prima. La circostanza si è ripetuta anche in Finlandia, per questo le ho consigliato di non saltare più dopo il 6.93 ottenuto al primo colpo».
A Montecarlo dicono che il meteo sarà favorevole stavolta
«Per prima cosa deve prendersi la rivincita sulla francese Kpatcha, dalla quale è stata battuta per nove centimetri in Coppa Europa. Poi dovrà mettersi dietro di nuovo la Mihambo e l’altra campionessa iridata Vuleta, per non parlare della statunitense Davis-Woodhall e della giamaicana Smith, che guidano il mondo quest’anno rispettivamente con 7,08 e 7,07. Ma Montecarlo sarà importante anche per un altro motivo».
Quale?
«Io non sarò lì con lei a darle indicazioni da bordo pedana. Sarà un altro step verso la maturità agonistica. A Monaco ci sarà Silvia (compagna di Gianni e co-manager della campionessa; ndr) che mi manderà i video dei salti e io la seguirò in remoto. Vediamo se funziona, non potrà più contare su babbo in presenza».
E poi? Lo standard per Parigi 2024 è già assicurato e tra poco più di un mese (il 20 agosto) ci sarà la finale iridata a Budapest.
«Non farà gli Assoluti di fine mese a Molfetta. Dobbiamo allenarci e lo faremo a casa nostra, a Firenze. Non andremo a Formia».