TRENTO - Il mezzofondo europeo al femminile è quella dimensione in cui si fatica parecchio e alla fine vince Nadia Battocletti. Finiti gli aggettivi per definire la regina azzurra del mezzofondo, ce la caviamo parafrasando una vecchia massima di Gary Lineker. Del resto, anche domenica scorsa, a 25 anni e un giorno, la ragazza di Cavareno (Trento) gioia e vanto del papà-coach Giuliano ha compiuto l’impresa, conquistando il quarto titolo europeo in dieci mesi e su tre diverse superfici. Oltre all’ennesimo record italiano: 31'10" per monopolizzare la gara dei 10 km a Lovanio, in Belgio. Irraggiungibile Nadia, un primato dopo l’altro. Un record anche l’intervista che segue: una telefonata di appena otto minuti e 53 secondi. Pronti? Sabato scorso il compleanno, domenica il successo agli Europei di corsa su strada per chiudere un cerchio dopo il titolo continentale su 5000 e 10.000 in pista e quello nel cross. L’estate scorsa anche l’argento olimpico sui 10.000. Come si inserisce lo scorso weekend nella sua carriera?
«Ho lavorato sodo tutto l’inverno per questo risultato e quindi non posso che essere tanto felice. Felice per questo risultato e per essere riuscita a conciliarlo con il compleanno, che è stato ancora più bello. I miei compagni di Nazionale mi hanno anche preparato una festa a sorpresa».
Quanto ha contribuito la serenità post-esame sulla tranquillità con cui domenica ha vinto a Lovanio?
«Da uno a 10? 100.000. Negli ultimi sei mesi ho studiato tutti i giorni non meno di otto ore al giorno perché volevo dare questo esame importante a dicembre. Tecnica delle Costruzioni è veramente duro, pensate che ha una percentuale di superamento del 9%. Non dico che con questo ho finito l’università, ma mi sono liberata un bel po’».
Otto ore al giorno e poi gli allenamenti. Durano 36 ore le giornate di Nadia Battocletti?
«Eh, magari...».
Lei studia Ingegneria Edile e Architettura. Iliass Aouani, che in Belgio ha trionfato nella maratona, è ingegnere. Come del resto ingegnere è Daniele Meucci, ospitato di recente su queste pagine. Come mai questa “passione” comune di maratoneti e mezzofondisti azzurri?
«Meucci si è laureato nel campo dell’Automazione, ha una gran testa, Iliass Civile - anche quella una branca tosta - e poi arrivo io mettendoci in mezzo pure l’Architettura. Diciamo che non ci piacciono le cose semplici».
Non avete mai gare semplici?
«Non ne abbiamo mai di scontate. Vista dall’esterno si pensa che a vincere sia chi ha il finale migliore, quando invece ci sono tante variabili e tanti ostacoli».
Lei è più brava a prevederli gli ostacoli o ad affrontarli?
«In entrambi gli aspetti. Quando entro in gara, ho già tantissimi scenari in mente, peraltro già affrontati in allenamento. L’approccio ideale per affrontare le difficoltà».
Parla spesso della necessità di divertirsi in corsa. È così importante?
«Tanto. Perché altrimenti non faresti tutti questi sacrifici e la tua famiglia (Nadia è figlia di Giuliano Battocletti e dell’ex mezzofondista marocchina Jawhara Saddougui, ndc) non ne farebbe. È fondamentale non dare mai nulla per scontato. I miei prossimi impegni saranno la 5 km a Tokyo di inizio maggio e le tappe di Diamond League a partire dalla fine dello stesso mese».
A proposito: al Golden Gala del 6 giugno ritroverà la campionessa olimpica su 5 e 10.000 Beatrice Chebet. Quanto “dista” da lei?
«Non penso di essere troppo distante. Ora come ora sono in un altro picco di forma, diverso da quello che sarà nella stagione in pista. Per capirlo dovremo aspettare i Mondiali di Tokyo».
Tokyo è la città del suo debutto in una grande competizione internazionale: la sua prima Olimpiade.
«Non sarà mai una città scontata per me. Come vedo i Mondiali di settembre? Con felicità, non vedo l’ora di affrontarli e di affrontare la preparazione estiva divertendomi. Anche l’avvicinamento al grande appuntamento è importante».
E poi Tokyo non è una delle sue città preferite?
«Esatto, ci sono stata tre volte e mi piace molto. Sarò lì anche da turista. Per divertirmi, già».