"Su Jacobs e Tamberi si parla al passato, ma sono ancora lì." Con queste parole il presidente della FIDAL, Stefano Mei, ha sottolineato come l'atletica italiana non solo continui a contare sui campioni affermati, ma stia vivendo anche una fase di costante rinnovamento grazie all'emergere di nuovi talenti. Il tema è stato al centro del suo intervento alla Farnesina, durante la presentazione della seconda edizione del progetto "Sport e innovazione Made in Italy". Secondo Mei, il successo genera entusiasmo e partecipazione, innescando il circolo virtuoso: "Il ricambio generazionale è continuo perché arrivano i risultati di vertice. È un circolo vizioso in senso positivo, abbiamo bisogno che i giovani vadano nei campi di atletica, di tennis, in piscina, solo così li togliamo dal divano." 

Il ruolo della cultura sportiva

Il presidente federale ha poi ampliato il discorso, toccando anche le difficoltà strutturali che lo sport italiano deve affrontare: "I miei colleghi hanno parlato di quanto le federazioni facciano fatica perché manca una cultura dello sport. Nelle altre nazioni hanno un'altra tradizione, qui dobbiamo un pò arrangiarci, ma ci arrangiamo molto bene." Un ruolo determinante, secondo Mei, lo giocano anche le forze armate che rappresentano un pilastro del sistema sportivo nazionale: "Danno un contributo straordinario. Quando si riesce ad avere un obiettivo comune, generalmente riusciamo a fare meglio degli altri." Il messaggio finale è chiaro: serve investire nella base, creare delle condizioni favorevoli per attrarre giovani e alimentare l'entusiasmo. Così facendo, l'Italia dell'atletica può continuare a crescere e primeggiare anche nei prossimi anni.