Al quinto tentativo, quando mancavano poco più di diciotto chilometri all'arrivo, Tadej se ne è andato. Ha salutato la compagnia, andandosi a prendere il Giro delle Fiandre, il secondo della sua carriera. Di forza, di prepotenza, sfinendo gli avversari, dopo che li aveva messi alla corda più e più volte, da quando di chilometri al traguardo ce n'erano ancora un centinaio. Pogacar, e chi sennò. Il nuovo Cannibale. Raggiunge otto successi nelle gare Monumento (4 Lombardia, 2 Liegi, 2 Friande, 93 successi totali, a 26 anni!). Hai voglia a fare il tifo per gli altri, per solidarietà, ma nello sport, come nella vita, detto molto banalmente, esistono le categorie.
Gli altri - Paperino van Aert, commovente; il padrone di casa Van der Poel, deludente; l'outsider Pedersen, volitivo; il nostro Filippo Ganna, che ci ha provato (e alla fine si è aggiudicato la volatina dei normali - sono dei grandi corridori, chi più chi meno. Tadej Pogacar è un fenomeno. Troppo più forte. E troppo facile, perfino scontato, accostarlo a Eddy Merckx. Li ha staccati tutti in salita, come aveva provato a fare nella Milano-Sanremo, la tattica che gli viene più congeniale. Allora, Van der Poel e Ganna gli erano rimasti attaccati come cozze e lui alla fine aveva dovuto masticare amaro. Lo aveva detto alla vigilia di questo Friande: "Non si ripeterà, stavolta non ci sarà un arrivo in volata". Già, stavolta, è stato impossibile resistergli. Troppo più selettivi i Muri della Ronde, dai e dai lo hanno lasciato andare, ed è stata impressionante la velocità con cui in pochi metri ha accumulato una ventina di secondi di vantaggio, una distanza già incolmabile. All'arrivo, saranno cinquanta. Trionfatore in solitaria, con la maglia di campione del mondo, come alle Strade bianche.
E non finisce qui
Pogacar era alla terza partecipazione da queste parti: quarto nel 2022, primo nel 2023 e ieri. Van der Poel è sempre salito sul podio nelle ultime sei edizioni della corsa, ieri solo terzo però, preceduto da Pedersen. Poteva diventare il primo ciclista della storia a vincerla quattro volte, sarà per il prossimo anno. Doveva essere un duello tra i due fenomeni, "spaventapasseri" li aveva definiti l'Equipe alla vigilia, ma duello vero non c'è mai stato. Quando il Cannibale ha affondato sul pedale dell'acceleratore, è finita la gara e tutti a casa. Il Vecchio Kwaremont è stato decisivo al terzo passaggio, come da previsione: Valentin Madouas alla vigilia lo aveva definito un "calcio in c...". Proprio vero, un calcio a tutti i rivali di Pogacar. Stremati all'arrivo. Povero Ganna, discreto ottavo (bravo anche Ballerini, decimo), che alla fine è sconsolato: "Ce l'abbiamo messa tutta, ma le gambe non hanno risposto come avrei voluto, ho sofferto parecchio oggi".
Il campione, invece, è fresco come una rosa. "L'obiettivo era vincere, sono super orgoglioso della squadra, tutto è andato alla perfezione, nonostante un po' di sfortuna (in un paio dei suoi sono caduti, ndr). Sono felicissimo di aver vinto con la maglia di campione del mondo, il piano era attaccare sul Vecchio Kwaremont. Non abbiamo mai mollato. Tutti hanno seguito le indicazioni tattiche. Roubaix? Sarà una gara completamente differente, ma a me piacciono le sfide, darò del mio meglio anche lì, con la forma che ho ora posso vincere". Cari, siete tutti avvisati.