Meno emozione e più ambizione. A 23 anni Antonio Tiberi si appresta a partecipare al suo secondo Giro d’Italia con una grossa responsabilità sulle spalle. È lui infatti la speranza del ciclismo azzurro per arrivare sul podio. Lo scorso anno ci andò vicino piazzandosi quinto tra la sorpresa generale vista l'età (22 anni) e la folta concorrenza. E in questi mesi Tiberi ha migliorato le sue doti già evidenti: la resistenza salita, la velocità a cronometro (è stato campione del mondo juniores nel 2019) e la capacità di sopportrare le pressioni. Anche grazie al gruppo che la Bahrain Victorious gli ha costruito attorno - a partire da Caruso per arrivare a Zambanini, Pasqualon e al giovane portoghese Eulalio - interamente votato a lui. Cresciuto a Gavignano, 2000 abitanti in provincia di Roma, è nato a Frosinone il 24 giugno 2001. Una settimana dopo l'ultimo scudetto romanista, tanto per capire. "Mi sento più ciociaro che romano", ama dire. Più giovane di tre anni di Pogacar, due rispetto a Evenepoel, tanto per fare un confronto con due fenomeni mondiali. Il fisico ricorda Vincenzo Nibali, il suo ex compagno di allenamenti. Sì, perché la moglie dello Squalo di Messina, Rachele, è di Acuto, paese in provincia di Frosinone, e ogni volta che Vincenzo scendeva nel Lazio dai suoceri, Tiberi era sempre al suo fianco. Del resto, Nibali è sempre stato il suo idolo. "Bel fisico. Ascolta, vede, impara. Può sbocciare in qualcosa di grande. Ma niente fretta, va tutelato", diceva Nibali dopo il titolo mondiale juniores della cronometro vinto da Tiberi in Gran Bretagna nel 2019. Ora invece un po' di fretta c'è.
La passione per i cavalli e per il cinema. E due sogni nel cassetto
La forza di Tiberi sta nella passione per questo sport che mette al di sopra di tutto. "Quando devo concentrarmi, non esisto neanche per la fidanzata. Sono dormiglione, amo i film e non sono mai stato a un concerto", ha dichiarato recentemente. Ma il giovane ciociaro ha anche altre passioni: i cavalli, i motori, il sushi e il cinema appunto. Nel cassetto tanti sogni, tra cui quello di correre la Roubaix. E non sembra un qualcosa di troppo distante ormai. L'altro ovviamente è vestire la maglia rosa. L'ultimo italiano ad indossarla è stato Alessandro De Marchi nel 2021: da allora nessuno è più riuscito nell'impresa. Tiberi sa che sarà dura. Roglič-Ayuso e Adam Yates sono largamente favoriti, ma anche il gradino più basso del podio sarebbe un successo. Intanto ne può contare altri, e non sono pochi per la sua età.
I successi di Tiberi
Da juniores, a Harrogate (Gran Bretagna) nel 2019, Tiberi diventa campione del mondo nella cronometro: in quella stagione corre per il team Ballerini, in onore del grande c.t. azzurro, la squadra voluta da Luca Scinto. L’anno successivo è nella migliore formazione Under 23 italiana, la bergamasca Colpack Ballan, la stessa degli olimpionici Ganna e Consonni: c’è il Covid e Tiberi corre appena 16 giorni. Disputa il Giro Under 23, vinto dal britannico Tom Pidcock, e arriva 18° in classifica. Passa professionista nel 2021 con la Trek Segafredo dove c’è Nibali, corre due edizioni della Vuelta (2022 e 2023), in quest’ultima partecipazione è 18°. Poi arriva 8° al Tour Down Under in Australia e 7° all’Uae Tour negli Emirati nel 2023; 8° al Giro di Catalogna e 3° al Tour of the Alps nel 2024 prima del quinto posto al Giro. Niente male.