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La ripartenza del ciclismo: l’export vola, i risultati su strada arrivano. E il velodromo…

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La ripartenza del ciclismo: l’export vola, i risultati su strada arrivano. E il velodromo… LAPRESSE
I dati di Banca Ifis disegnano un quadro positivo per la componentistica italiana. E a Spresiano riprendono i lavori con vista Mondiali 2031

Segnali di rinascita per il ciclismo italiano. Gli ultimi dati di una ricerca di Banca Ifis hanno confermato come l’industria nostrana sia una delle più importanti e riconosciute a livello internazionale. Un circolo virtuoso alimentato dalle grandi corse, tra tutte il Giro d’Italia in corso in queste settimane, e che riguarda anche la visibilità del nostro Paese, e, quindi, il turismo. Una catena di valore che, finalmente, sembra tornare ad avere un riscontro anche dai risultati degli atleti italiani, a loro volta motore per investire sempre di più in questo settore di grande tradizione per l’Italia. Ma ecco i fattori grazie ai quali il sistema Italia sta tornando a fiorire.

Ciclismo, nel 2024 è aumentato l’export

Prima di tutto, alcuni numeri che spiegano come l’industria italiana riesca a mantenere ottimi volumi di produzione. Oltre 2 milioni le bici prodotte nel 2024, di cui 274mila sono bici elettriche e a pedalata assistita: un record (+17% rispetto al 2023). Ciò che distingue le industrie italiane è la qualità manifatturiera e il grado di innovazione tecnologica: fattori che rendono altamente apprezzato il prodotto italiano all’estero. Ecco, quindi, che l’export di bici e componenti ha raggiunto un volume pari a 759 milioni di euro, +2,3% sul 2023 e addirittura quasi il +30% sul 2019; di questi, 480 milioni riguardano la sola componentistica (erano 463 milioni nel 2023). E non c’è da stupirsi, quindi, se 16 team su 18 del World Tour utilizzano per le loro biciclette almeno un componente prodotto in Italia.

Si sbloccano i lavori per il velodromo di Spresiano

E poi ci sono i grandi eventi, motore fondamentale per far crescere un movimento e tutto il Paese: basti pensare che il solo Giro d’Italia genera un impatto economico di oltre 2 miliardi di euro sui territori che attraversa, sempre secondo i dati di Banca Ifis. A livello infrastrutturale, finalmente si sblocca la situazione relativa al Velodromo di Spresiano. Nel corso di un sopralluogo avvenuto nelle scorse ore, il presidente della Federciclismo, Cordiano Dagnoni, ha spiegato che sono state avviate le procedure per la ripresa dei lavori, prevista tra fine 2025 e inizio 2026. "Un sopralluogo molto importante - le parole del numero uno della Fci -, perché abbiamo mostrato all'Uci le potenzialità di questo impianto". Per il quale l’investimento complessivo è di circa 45 milioni di euro, con l'obiettivo di inaugurarlo nell’autunno 2027. Così, l’Italia tornerà ad avere una propria pista di ciclismo, colmando una lacuna ormai storica. L’impianto di Spresiano sarà il fiore all’occhiello per la candidatura ad ospitare in Trentino i Mondiali del 2031.

Sport e Made in Italy: il sostegno del Governo

Grandi eventi, appunto. L’Italia ha ormai una tradizione consolidata riguardo l’organizzazione di manifestazioni sportive di altissimo livello: basti pensare al tennis, con gli Internazionali e le Atp Finals, all’atletica, con gli Europei del 2024 e i probabili Mondiali nel 2029 o 2031, poi ancora Ryder Cup, America’s Cup, le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, i Giochi del Mediterraneo, i Giochi Olimpici Giovanili, gli Europei di calcio nel 2032. Un impegno costante grazie al sostegno del Governo, rimarcato la scorsa settimana in un evento alla Farnesina su “Sport e innovazione Made in Italy” alla presenza del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e del ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, in cui è stato ribadito il concetto di sport come ambasciatore delle eccellenze italiane, sia dal punto di vista dell’immagine del Paese (quindi turismo e non solo) che da quello industriale.

Il ciclismo su strada e il fattore Villa

Se l’Italia del ciclismo ha mantenuto un ottimo livello di risultati su pista, nonostante i problemi già ricordati, qualcosa si sta muovendo anche su strada. Basti vedere cosa sta accadendo proprio al Giro, in cui diversi giovani italiani si stanno dimostrando solidi: su tutti Antonio Tiberi, che si conferma la grande speranza per tornare protagonisti nelle grandi corse a tappe. Dalla pista alla strada, con Marco Villa come denominatore comune. Uomo dei miracoli sulla pista, appunto, il tecnico è passato alla strada proprio quest’anno, dopo le ultime elezioni federali. È lui l’uomo indicato per dare una scossa al movimento, con i Mondiali in Ruanda a settembre come primo banco di prova. L’industria e gli investimenti infrastrutturali ci sono, i risultati su strada stanno arrivando: il ciclismo italiano sta lavorando per tornare grande.

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