Lo sport a volte tradisce le regole, quelle dei pronostici che indicano favoriti e possibili outsider. Perché la vittoria a Gorizia di Filippo Conca va oltre la sorpresa e racconta una bella favola di ciclismo azzurro, anzi una bella storia di sport. Perché Filippo qualche mese fa era indeciso: smettere o continuare a pedalare? Ha optato per la perseveranza ma probabilmente non si aspettare di vincere la prova in linea professionisti dei Campionati italiani, svoltasi su un percorso da Trieste a Gorizia lungo 228,9 km. Ha battuto allo sprint quattro compagni di fuga, Alessandro Covi, autore di una grande corsa, si è piazzato al secondo posto. Terzo Thomas Pesenti (Soudal Quick-Step), seguito da Giovanni Aleotti e Mattia Gaffuri. Conca, che succede ad Alberto Bettiol, è scoppiato a piangere a dirotto e di fronte ai microfoni aveva gli occhi più rossi del sole che sta impervesando sull'Italia: "Sapevo che era l'unica opportunità che avevo, mi sentivo in forma. Ma non è andato tutto bene: dopo un giro ho bucato e ho dovuto inseguire praticamente per metà giro". E ora? "E' da mesi che cerco una squadra Continental per mettermi in mostra, da luglio ci ho provato senza successo. Speriamo che ora che sono campione italiano qualcosa possa arrivare", dice Filippo.
Conca, dal possibile ritiro al titolo di campione
La storia di Conca è decisamente da raccontare. L'anno scorso, al termine della stagione con la Q.36 Pro Team, infatti stava per ritirarsi dall'attività agonistica per dedicarsi "a un'attività nel settore del turismo, visto che abito nei pressi del lago di Como". La passione è stata più forte e dopo un consulto in famiglia ha deciso di continuare a sperare. Nato a Lecco 26 anni fa, Conca non aveva mai vinto da professionista e vantava come miglior risultato in carriera il quinto posto in una tappa della Vuelta di Spagna 2022, unico Grande Giro a cui ha preso parte. Anche nelle Classiche Monumento si era visto soltanto in un paio di occasioni (Milano-Sanremo e Giro di Lombardia nel 2022), a dimostrazione che stiamo parlando di un atleta ben lontano dai riflettori del ciclismo che conta.
Il successo di una formazione amatoriale
Conca corre per una formazione amatoriale, lo Swatt Club, grande protagonista di questi Campionati. Per chi non lo sapesse non è una formazione Professional (seconda categoria) e nemmeno Continental (terza serie): il team lombardo Swatt, che inizialmente era un semplice blog (Solowattaggio), nasce nel 2017 come formazione amatoriale con la missione di dare una possibilità a tutti i corridori over 23 anni, magari rimasti senza contratto, scartati dalle grandi squadre e rimasti a piedi. Il campionato italiano lo possono correre perché la gara è aperta a tutti i corridori italiani élite con contratto professionistico e non. Di norma, la squadra è autorizzata a disputare solo gare dilettantistiche e non professionistiche, ma si porrà il tema anche a livello istituzionale, vista la necessità di far girare la maglia tricolore per un anno, un simbolo troppo forte e bello da tenere nascosto. Su Conca, poi, arriveranno sicuramente le attenzioni di squadre pro. "E' stata un'edizione molto combattuta, faccio i complimenti a Conca, ovviamente, e alla Swatt per il lavoro eccezionale che ha fatto. La bellezza del nostro sport sta anche nel dare a tutti, come abbiamo visto, la possibilità di diventare i migliori d'Italia, ne andiamo orgogliosi. Sono felice anche perché ho visto un Milan in grande forma, se avesse avuto maggiore supporto si sarebbe giocato la vittoria. Lo aspettiamo sabato all'avvio del Tour de France, il suo obiettivo più grande è indossare la prima maglia gialla".
Longo Borghini, tra le donne domina ancora la piemontese
Nessuna sorpresa invece sul fronte femminile. Una volta di più Elisa Longo Borghini si è confermata il simbolo del movimento ciclistico italiano. La 33enne piemontese della Uae-ADQ ha vinto infatti a Darfo Boario Terme per la sesta volta il titolo tricolore (prova in linea, ne conta anche 7 nella cronometro) coronando un perfetto lavoro della sua squadra: Elisa, campionessa in carica del Giro d’Italia (che a partire da domenica 6 luglio affronterà da favorita), si è imposta per distacco, cominciando a fare il vuoto a 38 km (su 130) dalla conclusione. Sul podio anche Monica Trinca Colonel (Liv-Jayco) a 58” e la 21enne Eleonora Ciabocco a 1’49”. Al termine di una corsa resa esigente soprattutto da caldo e vento, delle 123 partenti solo 24 sono arrivate all'arrivo e di queste 6 della categoria Under 23. Il titolo delle giovani è stato meritato da Eleonora Ciabocco. "Elisa ha fatto una corsa a sè, da autentica campionessa qual è, però - dichiara ancora il presidente Fci Cordiano Dagnoni -, vanno fatti grandi elogi anche a Federica Venturelli, sua compagna di squadra, un'under 23 che ha fatto un lavoro eccezionale: una parte della vittoria va dedicata a lei. E faccio i complimenti anche alla Trinca Colonel, che corre solo da due anni con le elitè ma ha dimostrato di poterci stare benissimo".