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Aru riapre il Giro d'Italia: «Su Mortirolo e Stelvio sarà grande Nibali»

L'infortunato sardo, grande assente della 100esima edizione, punta sul suo ex compagno: «L'ho visto in forma,cercherà di attaccare il leader Dumoulin»

BERGAMO - Chi pensa che la corsa rosa abbia già espresso i suoi verdetti si sbaglia di grosso, almeno secondo Fabio Aru. «Il Giro d'Italia non è per niente finito. Anzi, tutt'altro: per me è molto aperto - ha detto il ciclista sardo, grande assente della 100esima edizione della competizione a causa di un infortunio al ginocchio rimediato a metà aprile -. Domani, nella tappa con il Mortirolo e la doppia scalata dello Stelvio, se ne vedranno delle belle. Chi vuole la maglia rosa di Milano attaccherà e per battere l'attuale leader Dumoulin del resto bisognerà rendere la corsa molto dura». Aru ammette poi di avere «visto in gran forma» il suo ex compagno nell'Astana, Vincenzo Nibali: «Sicuramente domani, conoscendolo, qualcosa s'inverterà». Per lui invece sarà dura seguire i suoi colleghi dalla tv: «Che sofferenza, per me che sono abituato a combattere». Di fatica, il sardo, ne sta comunque facendo ugualmente tanta, ma non sulla Cima Coppi o sulla salita dedicata all'amico Scarponi, ma sul Teide, a Tenerife, dove sta preparando il rientro all'attività agonistica, fermata da una brutta botta al ginocchio, dopo una caduta, a metà aprile. «Eh, si, quest'anno va così. Ma il vento dovrà cambiare, prima o poi». In effetti, è stato finora un 'annus horribilis' per l'Astana che, nell'arco di poche settimane, è stata letteralmente 'decapitata', perdendo Aru per infortunio e il povero Scarponi, vittima di una tragedia della strada. Ma non solo: ieri se l'è vista brutta anche il capitano in pectore del team kazako al Giro, Tanel Kangert. A pochi chilometri dalla fine della tappa con arrivo a Bergamo, l'estone, che era settimo nella generale, ha rimediato una frattura scomposta al gomito sinistro, per essersi letteralmente ribaltato dopo avere sbattuto contro un paletto piantato in mezzo a uno spartitraffico. «Mi dispiace davvero tantissimo per Tanel: stava facendo davvero bene - le parole di Aru -. E' stato anche fortunato, perché poteva andargli molto, ma molto peggio. E' stata una bruttissima caduta, la sua. Qualcuno lo deve avere guardato dall'alto, proteggendolo (il riferimento al compagno Scarponi è evidente, ndr). E' un anno così, un periodo brutto, non so che dire, ma bisogna guardare avanti»

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