È finalmente arrivato il momento che milioni di appassionati di ciclismo aspettavano. Inizia oggi il Giro d’Italia, e con esso anche la caccia all’ambita Maglia Rosa. Un simbolo che è anche icona, pregna di storia e che porta con sé il ricordo di sfide leggendarie. E l'edizione numero 108 promette di non essere da meno. Un’edizione che, alla vigilia, non vede nessun dominatore assoluto, ma tanti ciclisti pronti a giocarsi le proprie carte per puntare al sogno in Rosa. Ecco, quindi, cinque (dei tanti) motivi per non perdersi nemmeno un chilometro della corsa che apre la stagione dei Grandi Giri.
Il duello Roglic-Ayuso infiamma il Giro d’Italia
Se non ci sono dominatori assoluti, è anche vero che due ciclisti su tutti spiccano per caratteristiche e per quanto fatto vedere nei mesi di avvicinamento. Si tratta di Primoz Roglic e di Juan Ayuso. Il primo ha vinto due anni fa e punta a proseguire la striscia di successi sloveni (dopo il trionfo di Pogacar lo scorso anno) per diventare anche il ciclista più anziano a vincere il giro. Ayuso, invece, risponde all’esperienza dell’avversario con la sua freschezza da ventiduenne. Lo spagnolo arriva dalla vittoria alla Tirreno-Adriatico e si è conteso fino alla fine la Volta a Catalunya nel primo scontro diretto con Roglic. Insomma, ha tutte le carte in regola per sognare il colpaccio, ma potrebbe anche scontare l’inesperienza.
Van Aert ci riprova dopo l’infortunio del 2024
A proposito di esperienza, finalmente il Giro può accogliere Wout Van Aert. Il campione belga, infatti, è alla prima partecipazione alla Corsa Rosa. Lo scorso anno dovette rinunciarvi per una frattura alla clavicola rimediata in una gara. Van Aert si presenta al nastro di partenza di Durazzo (quindicesima volta che il Giro parte all’estero) non al meglio della condizione a causa di un’infezione virale, ma l’obiettivo di vincere qualche tappa e indossare almeno per qualche giorno la Maglia Rosa rimane.
Tiberi e Ciccone le speranze azzurre al Giro
Per quanto riguarda l’Italia, i tifosi azzurri si aggrappano ad Antonio Tiberi e Giulio Ciccone per sognare piazzamenti importanti. Il primo, in particolare, è cresciuto molto dal quinto posto dello scorso anno (che gli valse la maglia di miglior giovane) e ora punta con convinzione al podio. Il secondo, invece, non ha mai chiuso un Grande Giro tra i primi dieci, ma tutto fa pensare che questa volta punti in maniera decisa alla classifica generale, dopo aver acquisito fiducia dai buoni risultati nell’UAE Tour e nella Liegi-Bastogne-Liegi.
Giro d’Italia, riecco Bernal e Carapaz
Il Giro, inoltre, è pronto a riaccogliere due grandi campioni, che in carriera vantano un successo a testa nella Corsa Rosa. Il primo è il colombiano Egan Bernal, che ha vinto l’edizione 2021. Il gravissimo infortunio del 2022 è ormai alle spalle, e a inizio anno si è aggiudicato i campionati nazionali a cronometro e in linea, tornando a vincere dopo quasi quattro anni. Il secondo è Richard Carapaz, altro campione di grandissima esperienza che ha vinto nel 2019 e ha sfiorato il bis nel 2022, fermandosi al secondo posto. E chissà che non riesca a piazzare l’exploit anche in questa edizione.
L’ultima di Bardet
Tra prime volte e grandi ritorni, c’è anche chi, dopo il Giro, lascerà. Infatti, questa edizione della Corsa Rosa sarà l’ultima per Romain Bardet, che ha annunciato il ritiro dalle corse su strada a giugno. Nonostante le sue ottime doti di scalatore e discesista, il francese non ha mai vinto una tappa al Giro, cosa, invece, avvenuta al Tour e alla Vuelta. Questa, quindi, sarà l’ultima occasione del trentaquattrenne di aggiudicarsi un successo parziale in tutti i Grandi Giri.