Se il pronostico generale voleva Joshua Tarling vincitore della seconda tappa del Giro, forse era meno ipotizzabile che Primoz Roglic potesse andare così forte e guadagnare su tutti i diretti avversari per la conquista della maglia rosa, che oggi indossa ma che già domani potrebbe tornare sulle spalle di Mads Pedersen. Se così fosse, lo sloveno non si strapperebbe di certo i capelli: lui, in maglia rosa, vuole esserci tra tre settimane a Roma.
Com'è andata la crono
Juan Ayuso, accreditato come il rivale principale di Roglic, oggi ha dovuto incassare 16" di ritardo dal leader della Red Bull: non sono pochi, considerando che lo spagnolo si è sempre comportato bene nelle cronometro brevi. Non sono pochi nemmeno i 25" che Antonio Tiberi ha concesso allo sloveno: ma evidentemente non ha voluto rischiare troppo, complici le strade che continuano ad essere definite scivolose e una forma ancora da affinare dopo il ritiro dal Tour of the Alps.
Giulio Ciccone, di secondi, ne ha lasciati per strada più di quaranta, ma è ancora ampiamente in ballo per un piazzamento finale tra i primi dieci.
Menzione doverosa per Edoardo Affini, quarto e miglior italiano all'arrivo, ormai una garanzia nelle prove contro il tempo, e per Mathias Vacek, quinto e nuova maglia bianca di miglior giovane.
Complicata, infine, la prova di Wout Van Aert, che ha chiuso a 39" da Tarling: niente a che vedere con le grandi cronometro del passato.