La prima tappa di montagna è sempre uno step molto impegnativo per i corridori del Giro d'Italia. Arriva alla fine della prima settimana, giornate che hanno permesso ai corridori di affinare la condizione in corsa. Il dislivello, di 3.500 metri complessivo non è da sottovalutare, ma è soprattutto il cambio di ritmo quello che più mette alla prova i corridori. Non sono certo queste le montagne che decideranno la classifica del Giro, ma, come si è soliti dire, su queste prime montagne si capirà chi è destinato ad abbandonare le proprie speranze di vittoria mostrandosi in difficoltà quando la strada sale e si perdono le ruote dei migliori.
Giro d'Italia, le caratteristiche della settima tappa
La tappa andrà affrontata con un'adeguata preparazione. Non è lunga, 168 chilometri, ma si affronta subito, in partenza, la salita che porta a Roccaraso e quindi guai a partire “freddi”. Poi, superata Rivisondoli (1.319 metri) ci si lascia andare alla lunga discesa del Pian delle Cinque miglia fino a superare la città di Sulmona. Poi si ricomincia a salire sul Monte Urano (846 metri) e, dopo essere ridiscesi a valle, su Vado della Forcella (1.172). L'appennino non offre tratti pianeggianti per respirare e la salita finale, quella che conduce a Tagliacozzo, si annuncia decisamente impegnativa. Sarà sull'ultima ascesa che cominceranno a muoversi anche gli uomini di classifica per saggiare la condizione propria e altrui. Soprattutto negli ultimi tre chilometri, che propongono tratti con pendenze in doppia cifra, si potrà capire quali sono i valori in campo e cominciare a tessere la tela per conquistare la vittoria finale.