Guai a sottovalutare questa tappa che partendo dall'Abruzzo si arrampica sugli insidiosissimi colli marchigiani. Il percorso nasconde mille insidie. Il giorno dopo la prima tappa di montagna spesso le gambe non offrono il meglio e quindi, soprattutto chi ha fatto più fatica sulle rampe di Tagliacozzo, dovrà stare attento a non pagare il conto degli sforzi fatti il giorno prima. Nel centro dell'altimetria il temibile Sassotetto (1.465 metri) domina ed incute timore, ma non sarà sulle sue rampe che si giocherà la partita decisiva.
Giro d'Italia, continui saliscendi nell'ottava tappa
La strada propone un percorso fatto di continui saliscendi con faticosi cambi di ritmo, colline che da sole non inciderebbero più di tanto, ma proposte in fila finiscono per rendere impegnativa la corsa favorendo anche pericolose fughe. Pensate che alla fine della giornata i corridori avranno superato un dislivello complessivo di 3.800 metri.
Sulle salite di Montelago, Castel Santa Maria e Gagliole che avvicinano il gruppo al traguardo, la corsa vivrà le sue fasi decisive. Sono strade spesso percorse anche dalla Tirreno-Adriatico ed i corridori cominciano a conoscerle bene ed a temerle visto che sono sempre state fonte di dure selezioni per favorire arrivi a ranghi ridotti.
Il percorso è stimolante per i cacciatori di tappe che hanno occasioni di sorprendere e scappare via, ma gli uomini di classifica non potranno distrarsi: dovranno avere gli occhi ben aperti per evitare che qualche pericoloso rivale si infili in un gruppetto di coraggiosi, guadagnando prezioso vantaggio.
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