È il giorno del San Pellegrino in Alpe. E' una delle salite iconiche del Giro d'Italia: 14,5 chilometri di ascesa con una pendenza media del 9% e punte del 19. La carovana rosa ci torna dopo 25 anni con un carico di ricordi. L'attesa è altissima e nonostante la distanza dal traguardo finale è facile immaginare che sarà su queste rampe che si affolleranno i tifosi per ammirare in azione i propri beniamini.
San Pellegrino in Alpe: l'analisi
Si parte da Viareggio e ci si lascia alle spalle il mare e la Garfagnana per attraversare l'appennino tosco-emiliano e arrivare a Castelnovo de'Monti. Difficile pensare che sia il San Pellegrino in Alpe a decidere la corsa, ma rappresenterà comunque il punto di svolta della tappa: viene proposto a metà giornata dopo una prima metà poco selettiva e prima di una seconda parte decisamente difficile. Che ruolo avrà il San Pellegrino? Sarà l'occasione per sgranare il gruppo e favorire una fuga destinata al traguardo? Potrebbe essere una soluzione comoda anche per gli uomini di classifica che si troverebbero così esonerati dalle tensioni di un finale pieno di insidie e difficile da gestire. Una composizione del gruppetto in fuga che non creasse preoccupazioni potrebbe tutelare gli uomini di classifica evitando loro un inseguimento complicato tra i colli boschivi che precedono il traguardo. Difficile invece pensare che siano i protagonisti della lotta alla maglia rosa a muoversi. Il costo energetico di questo finale potrebbe non valere la pena per quanti ben sanno che poi saranno le Alpi a definire la classifica.