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Giro d'Italia, la presentazione della 13ª tappa

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Giro d'Italia, la presentazione della 13ª tappa ANSA
Da Rovigo a Vicenza, poi circuito di due giri sul monte Berico: finale impegnativo con stappo finale a ridosso del traguardo

L'altimetria della tappa può ingannare. L'attraversamento della pianura padana, da Rovigo a Vicenza, offre infatti un profilo assolutamente piatto che può lasciare prevedere un andamento regolare e tranquillo con un'inevitabile volata finale. In realtà lo sprint di gruppo è tutt'altro che scontato. Anzi, improbabile. Le insidie ci sono e possono tranquillamente garantire un finale molto emozionante.

Non sarà il Passo Roverello (269 metri) nelle prime fasi a muovere la corsa e nemmeno il San Giovanni in Monte (399 metri) nella seconda parte di gara, le “trappole” sono tutte racchiuse nel circuito finale di Vicenza che propone dal primo passaggio sul Monte Berico due giri di un circuito impegnativo che comprende la salita di via Pilla ed il monte Berico stesso. Su queste strade che propongono strappi e curve, come capita sovente nei circuiti cittadini, si deciderà la tappa.

Sarà dunque un finale di corsa molto nervoso e spettacolare perché sarà tutt'altro che facile per le squadre immaginare un arrivo in volata a larghi ranghi su un percorso del genere. Viceversa sarà stimolante per quanti nel finale troveranno lo spunto per cercare fortuna con un'azione che può coinvolgere un gruppetto ristretto, fino a giocarsela sullo strappo finale per conquistare una prestigiosa vittoria di tappa.

A suggerire un finale intenso di emozioni, vale anche il precedente di una conclusione non nuovo al Giro d'Italia: nel 2015 fu il belga Philippe Gilbert a trionfare con un'azione prepotente che mise in fila, staccati, niente di meno che Alberto Contador e Diego Ulissi.

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