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Giro d'Italia, il commento della tredicesima tappa: Pidcock non brilla, Ayuso è sulla difensiva

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Giro d'Italia, il commento della tredicesima tappa: Pidcock non brilla, Ayuso è sulla difensiva LAPRESSE
La squadra non lo ha risparmiato durante la primavera, facendogli disputare tre corse a tappe e diverse classiche, e nei primi due terzi di Giro è apparso opaco

Alla vigilia del Giro d'Italia, i grandi cacciatori stranieri di tappe erano essenzialmente tre: Mads Pedersen (Lidl-Trek), Wout Van Aert (Visma|Lease a Bike) e Tom Pidcock (Q36.5). Del primo non si può che parlare bene: quattro tappe su tredici, una maglia ciclamino praticamente ipotecata e una presenza totale in ogni frangente di gara. Anche il bilancio di Van Aert può considerarsi soddisfacente: un secondo posto, il successo di Siena, l'eccellente lavoro svolto ieri per la volata vincente di Kooij, di nuovo la piazza d'onore oggi. Non avrà fatto razzie, ma complessivamente si è ben comportato. Non si può dire altrettanto, invece, di Pidcock. La squadra non lo ha risparmiato durante la primavera, facendogli disputare tre corse a tappe e diverse classiche, e nei primi due terzi di Giro è apparso opaco: quinto a Tirana, terzo a Matera e quarto a Castelnovo de' Monti, ma senza mai davvero sfiorare il successo. Oggi addirittura diciottesimo, lui che seppur leggero e in deficit di potenza rispetto ai vari Pedersen e Van Aert dovrebbe prediligere gli strappi. Una frazione è alla sua portata, anche perché in classifica ha già un ritardo di 3'58" (praticamente è subito davanti a Pellizzari e a Piganzoli). Ma l'impressione è che, a quasi 26 anni, non sarà mai quel mattatore che talvolta aveva promesso di poter diventare in passato.

Per quanto riguarda la lotta per la maglia rosa, iniziano a destare qualche preoccupazione i tentennamenti di Juan Ayuso (Uae Emirates-Xrg). Lo spagnolo, solitamente esplosivo, oggi ha dovuto stringere i denti e correre sulla difensiva per non perdere ulteriori secondi dal gruppetto regolato dal suo compagno/capitano Isaac del Toro, che ha guadagnato altri nove secondi su Tiberi e compagnia bella. I punti sul ginocchio di Ayuso non hanno retto e il dolore dev'essere evidente. Potrebbe reggere l'urto nelle prossime due tappe, impegnative (specialmente domenica) ma non proibitive. Ma se la musica non dovesse cambiare, da martedì in avanti la strada darà inevitabilmente il suo verdetto.

Per maggiori approfondimenti leggi il sito quibicisport.it

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