Continua, allo stesso tempo, anche la flessione di Egan Bernal (Ineos), che dopo una prima metà di Giro più che convincente è lentamente uscito dal vivo della contesa mano a mano che passavano i giorni e le tappe. È senz'altro un corridore più presente e propositivo rispetto alle passate stagioni, e non ha avuto remore nel far lavorare spesso e volentieri i suoi compagni di squadra: ma quando è giunto il momento dello scontro con i diretti avversari sulle salite più impegnative, il colombiano ha sempre dovuto incassare. Anche oggi ha concesso ben più di un minuto a del Toro e a Carapaz, e circa 55" a tutti gli altri rivali. Provando ad interpretare i segnali, non c'è da stupirsi se a Roma sarà fuori dai primi dieci.
Di nuovo brillante la prova odierna di Giulio Pellizzari (Red Bull), addirittura settimo della generale, per il quale tuttavia si fa dura recuperare ulteriormente terreno: fatta eccezione per Bernal, sesto, chi si trova davanti al marchigiano sembra avere qualcosa in più di lui (esperienza, fondo). Richard Carapaz (Ef-EasyPost) si è confermato lo scalatore più in forma della corsa rosa, il più efficace su certe pendenze, e difficilmente basterà una pur preziosa vittoria di tappa a rilanciare le quotazioni di Isaac del Toro (Uae): il talento e il futuro sono dalla sua parte, ma non potrà appellarsi a nessun santo quando l'ecuadoriano lo attaccherà a più riprese tra venerdì e sabato.
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