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Impresa Tassi: finita la Dakar 2017

Edoardo Bauer

Il cinquantacinquenne pilota paraplegico è il primo disabile italiano a partecipare e portare a termine la gara off road più difficile al mondo. Si è classificato al quarantaduesimo posto e ha preceduto ben undici piloti 'normodotati'.

MILANO - Gianluca Tassi è riuscito a compiere la storica impresa di giungere al traguardo della Dakar 2017. Il cinquantacinquenne pilota paraplegico è il primo disabile italiano a partecipare e portare a termine la gara off road più difficile al mondo. L’ultima tappa è stata poco più di una passerella fino a Buenos Aires. Un ultimo favoloso sforzo, il momento giusto per incoronare uno dei protagonisti della Dakar 2017. Per Gianluca la posizione in classifica conta poco ma riuscire a precedere ben undici piloti ‘normodotati’, giungendo quarantaduesimo, è un altro motivo di orgoglio. In questo senso Gianluca detiene già un primato. Nel 2009 vinse il Raid dei Templi in Campania, battendo i colleghi ‘normodotati’ e diventando il primo pilota con disabilità al mondo ad ottenere un simile risultato in una gara. Ma aver concluso quella che è considerata l’edizione più dura della Dakar, per il percorso e le condizioni metereologiche, vale più di una vittoria e di qualsiasi posizione in classifica. Il miracolo sportivo è ancora più grande se si considera che Gianluca ha superato indenne i pericoli più o meno nascosti della Dakar, insidie per lui ancora più temibili. Grazie alla sua abilità è stato capace di domare le dune, il fango, la polvere, la pioggia, il freddo delle alture e l’afa del deserto, con una volontà che va oltre ogni più rosea immaginazione. Ma il suo trionfo non è frutto della sola volontà. Mai come in questa volta l’esperienza conta e Gianluca ne ha da vendere. In circa quarant’anni di attività e competizioni motoristiche off road ha vinto 5 campionati regionali, 16 titoli italiani e un campionato europeo di Motorally, partecipando con successo ad importanti gare nazionali e internazionali. Gianluca, quindi, alle imprese è abituato ma terminare la Dakar ha tutto un altro sapore e lascia un segno nella storia dello sport e della disabilità. “Dire che sono felice è un eufemismo - ha raccontato emozionato - perché questo è un sogno che si realizza dopo tanti anni di sacrifici e duro lavoro. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e ancora stento a crederci. Grazie a tutti quelli che hanno creduto in noi e a chi ci è stato vicino sin dall’inizio. Grazie a chi è stato al mio fianco in questi tredici fantastici giorni, due persone insostituibili come l’esperto navigatore Massimiliano Catarsi e il fido Alessandro Brufola Casotto. Grazie all’R Team per aver creduto in me”. Il ritorno a casa per Gianluca sarà da vero eroe. A Preggio, Perugia e in tutta l’Umbria lo stanno aspettando a braccia aperte per i festeggiamenti. Non solo i familiari, gli amici e i conoscenti ma anche i tantissimi tifosi e appassionati che in questi giorni lo hanno incitato attraverso la sua pagina Facebook.

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