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Salto Triple per Panici

Domani, a 46 anni, Luca diventerà il primo fantino italiano a montare in una prova della Triplice Corona del galoppo Usa: con Sole Volante sfiderà Tiz The Law nelle Belmont. «Corsa dura, contano tutti. Vigilia tranquilla, ma io sono fatto così. I tanti incidenti non mi hanno fermato. In Florida è più difficile farsi spazio, orgoglioso di esserci riuscito»

Soddisfazione è avere una propria foto in cui sei in sella a Sole Volante, uno dei dieci cavalli in lizza nelle Belmont Stakes 2020 e “controfavorito” dell’attesissimo Tiz The Law. La soddisfazione è speciale, però, se quella foto campeggia a Times Square («Bella, no?»). Luca Panici domani sarà il primo fantino italiano a montare in una delle tre prove della Triple Crown del galoppo Usa, ma anche in questa vigilia resta l’uomo tranquillo di sempre.

Quarantasei anni compiuti a marzo, proprio con Sole Volante il milanese nel febbraio scorso è tornato a vincere una “graded”, le Sam F. Davis Stakes, sulla pista di Tampa Bay Downs. In precedenza c’era riuscito solo un’altra volta, nel 2012 con Another Romance nelle Azalea Stakes, a Gulfstream Park: quello che da tanto ormai è l’ippodromo di casa, nei dintorni di Miami. Non è certo un top jockey, Panici, ma un fantino di grande esperienza e freddezza: quello che ci vuole per un cavallo come Sole Volante, capace di rimonte vertiginose.

«Partirò oggi, ho rinunciato all’unico ingaggio che avevo in giornata a Gulfstream Park. E resterò fermo anche domenica, perché dovrò rifare il test-Covid dopo la trasferta a New York»

Le Belmont, la Triple Crown: un’esperienza nuova. Ma è davvero una vigilia come le altre?

«È come quelle di ogni gran premio, come è stato per la Pegasus World Cup Turf nel 2019 (ottavo con Dubby Dubbie, da outsider - ndr) e di tutte le “graded” o le stakes, senza differenza»

Nel 2019 sono arrivate le 600 vittorie negli Usa, poi le 1.000 in carriera. E adesso la chance nelle Belmont: la vera carriera è appena cominciata?

«No, no. Se avessi voluto numeri più alti, più importanti, non avrei deciso di sistemarmi in Florida, a Gulfstream Park, dove la colonia di fantini è il doppio di qualsiasi ippodromo statunitense, dove tanti hanno fallito e andati altrove. Ho fatto questa scelta perchè volevo fare il mio lavoro in un posto dove la qualità della vita è eccellente»

Primo jockey italiano a montare nella Triple Crown, dopo tre incidenti e altrettante fratture negli ultimi otto mesi.

«Essere al via nelle Belmont è una bella cosa che forse rende orgogliosi soprattutto quelli vicini a me. Io non mi sono mai montato la testa nei periodi migliori e mai abbattuto in quelli difficili. È il mio carattere, da sempre»

Cosa c’è di papà Vittorio nel tuo stile di monta, nelle tue caratteristiche di fantino?

«Era uno che parlava poco e io pure... Però mio padre poteva prevedere tatticamente una corsa sia prima di montarla che durante. Io qui provo a mettere in pratica quello che faceva o pensava lui»

Dal mare piccolo dell’Italia all’oceano immenso degli Usa, ora anche cittadino statunitense dopo gli inizi da pendolare e la scelta definitiva di restare oltre Atlantico, nel 2010.

«Ovviamente nessun rimpianto, professionalmente parlando: quando ho chiuso del tutto con l’Italia, ormai montavo poco in corsa e le vittorie importanti erano anche meno»

In Florida con una moglie italianissima nonostante nome (Karin) e cognome (Fais) facciano pensare diversamente.

«È milanese come me: suo fratello Cristiano fa l’allenatore a San Siro, lei è manager di un’azienda con negozi in tutta la East Coast e abitiamo a Hollywood, vicino a Hallandale dove c’è Gulfstream Park (tutto nei dintorni di Miami - ndr)»

Passiamo alle Belmont. Precedenti sulla pista?

«Pochi, qualche stakes. Ci ho vinto parecchi anni fa con Drift King (era il 2008 - ndr) per Billy Turner, l’allenatore di Seattle Slew: un grandissimo, anche come persona»

Tiz The Law è indiscutibilmente il cavallo da battere? Cosa pensi degli altri?

«Tiz the Law è l’ovvio favorito per quello che ha fatto vedere, ma è una graded 1, ci stanno tutti. Quando allenatori come Pletcher, Asmussen, Casse e altri partecipano a queste corse, lo fanno per vincere. Dipenderà soprattutto da come Sole Volante si adatterà alla sabbia di Belmont: è diversissima da quella della Florida»

Un fantino italiano per un cavallo dal nome italiano.

«Non so se Sole Volante l’abbia scelto Andie (figlia e assistente di Patrick Biancone, allenatore del cavallo, che nell’aprile 2019 lo comprò per 20.000 dollari al breeze-up OBS e lo regalò a Andie per il suo compleanno - ndr). Lei e il padre sono dei grandi professionisti, in particolare Patrick: non si vince l’Arc de Triomphe per caso»

Andie ne ha conservato il 20%, il resto di Sole Volante appartiene ai coniugi Reeves.

«Sono entrati nella proprietà dopo il successo nelle Pulpit Stakes e poi hanno rilevato il 20% della Limelight Stables prima del secondo posto nel Tampa Bay Derby. Monto i cavalli dei Reeves da anni, insieme abbiamo già vinto corse importanti».

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