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Passione padel, Luca Facchetti: "Sport trasversale"

Il figlio di Giacinto ha parlato della sua passione per la disciplina dopo anni di calcio e tennis: "Durerà nel tempo"

Calcio, tennis e ora padel. Luca Facchetti, figlio del leggendario Gia- cinto, bandiera dell’Inter, dopo un passato in Lega Pro e da allenatore nelle giovanili della squadra nerazzurra, ora è un istruttore di padel: "Ho conosciuto questo sport circa 10 anni fa – le sue parole –, abitavo a Bergamo e il signor Gamba, amico interista e proprietario di un centro fitness con un campo da padel, mi invitò a giocare una partita finché un giorno mi tirai una pallina nell’occhio facendo- la rimbalzare sul vetro, con lesione della retina. Da lì mi fermai e continuai con il tennis per circa tre anni. Poi ripresi saltuariamente con mia sorella Barbara e il suo compagno Hugo Sconochini. Prima del lockdown decisi di abbandonare il tennis per giocare solo a padel".
Dalla sua prima sfortunata esperienza, la storia è cambiata per Luca Facchetti, che sabato prossimo parteciperà al Master dell'Exclusive Padel Cup con Astrid Ericsson al Quanta Club di Milano: "Personalmente penso la propaganda fatta da ex calciatori e personaggi famosi abbia contribuito molto a pubblicizzarlo. Dopodiché la curiosità ha portato a provare. E vista l’immediatezza nel divertirsi, la maggior parte della gente ha continuato e a sua volta ha fatto passaparola. Altro aspetto fondamentale è il fatto di essere trasversale, è adatto a ogni fascia d’età e non si rivolge necessariamente a chi ha un passato sportivo. Io ho allievi che vanno dagli 8 ai 65 anni. Il padel è ormai in continua crescita vista l’alta richiesta di campi per giocare, non è una cosa momentanea ma penso durerà nel tempo".

Facchetti l'istruttore

Crescono le strutture così come il numero di appassionati, diventa quindi decisivo il ruolo dell’istruttore: "È importante conoscere la tecnica e la tattica – continua Luca Facchetti – entrando in empatia con gli allievi. Credo che un istruttore debba saper individuare gli errori dell’allievo ed essere in grado di spiegarlo, adattare la proposta di allenamento in base a chi si ha di fronte e saper fare ciò che spiega per dimostrare. Ho avuto modo di allenarmi e vedere da vicino i giocatori della Nazionale e Gustavo Spector. E tuttora una volta a settimana mi alleno con Hugo per migliorare la tecnica e cercare di capire più cose possibili".

Sulla Nazionale

La Nazionale azzurra sta scalando le posizioni del ranking, come dimostra- no i recenti Mondiali in Qatar: "Il livello di Spagna e Argentina in questo momento è irraggiungibile – conclude Luca – perché praticano questo sport da tanti anni. Ma con il tempo sicuramente anche gli italiani cresceranno, come del resto hanno sempre fatto in tutti gli sport".

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