Si ricomincia. Il Settebello di Sandro Campagna debutta oggi al Mondiale un anno dopo la beffa olimpica (torto arbitrale come se ne vedono pochi in giro, confronti accesi nel parcheggio con gli arbitri, protesta azzurra con la squadra spalle ai giudici nella partita successiva, conseguente squalifica scontata da poco). Verrebbe da dire che è tutto dimenticato, ma non è così. L’Olimpiade è l’Olimpiade, il danno resta. Però c’è un Mondiale da giocare, per confermare la crescita di un gruppo che Campagna rinnova un po’ alla volta e anche per confermare la confidenza che il Settebello ha con questa manifestazione. Nelle ultime quattro edizioni l’Italia ha vinto una volta (2019, Gwangju, contro la Spagna nella partita perfetta) e perso due finali ai rigori (Budapest 2022 con la Spagna, Doha 2024 con la Croazia). Con un curriculum del genere, il quinto posto del 2023 a Fukuoka sembra quasi un flop. Singapore apre il nuovo ciclo olimpico ma Los Angeles 2028 è lontanissima. Meglio indirizzare la rabbia dell’ultimo anno già in queste partite del nuovo corso. Il passaggio del turno è una formalità: ne vanno avanti tre su quattro, ma vincere il girone dà la possibilità di accedere direttamente ai quarti, mentre la seconda e la terza giocheranno gli ottavi. Poi vai a capire cosa è meglio: non è infrequente che la squadra costretta a giocare un turno in più, arrivi nei quarti molto più preparata nelle partite a eliminazione diretta. Il primo ostacolo del Settebello è la Romania (ore 14.45 italiane, diretta Raisport e Sky) e il primato nel girone se lo giocherà con la Serbia lunedì. Ultima partita della fase eliminatoria mercoledì con il Sudafrica. «Si apre una nuova parentesi - spiega il ct Campagna - Siamo alla vigilia di un Mondiale dopo aver raggiunto la finale in tre delle ultime quattro edizioni. Anche questo gruppo ringiovanito, seppur alla ricerca di un nuovo gioco e nuovi automatismi, ha l’obbligo di puntare in alto. Chi fa parte del Settebello deve sentirne la responsabilità».
Il rinnovamento fa parte del dna di Campagna: «Rispetto a Parigi siamo una delle squadre, assieme agli Stati Uniti, che ha cambiato di più. Le altre sono rimaste le stesse, soprattutto Serbia, Croazia e Spagna. Quindi vediamo se i nuovi porteranno entusiasmo, ritmo e fame. Ma sono convinto che anche i veterani avranno una forte motivazione».
È un Mondiale quasi al buio perché la squalifica post olimpica ha impedito agli azzurri di giocare la World Cup: «Ci mancano un po’ di informazioni, questo è vero. Però l’abbiamo vista». Le regole sono un frullatore a cui bisogna adattarsi: «Si giocava con 25 secondi di possesso e 15 di secondo possesso. Adesso si è passati a 28-18, quindi presumo che ci sia maggiore contatto fisico. Questo contatto sulla carta dovrebbe premiare quelli un po’ più forti fisicamente, però noi siamo preparati ad affrontare qualsiasi tipo di partita a seconda di come anche gli arbitri la interpreteranno». Ogni riferimento al passato è puramente casuale: «Non voglio parlare degli arbitri e delle regole. Noi allenatori prepariamo le squadre per vincere, non giudichiamo le nuove regole né se renderanno la pallanuoto più piacevole per il pubblico».
L’obiettivo, come sempre, è vincere: «Contro la Romania dobbiamo partire subito bene. Mai accontentarsi nella vita come nello sport, bisogna puntare al massimo. Poi una volta che non ci arrivi, tiri le somme e analizzi perché non sei arrivato dove avresti voluto».