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Wilder: "Prima metterò ko Fury, poi sfiderò Joshua"

EPA

Il campione del mondo dei pesi massimi Wbc non ha dubbi: "Il mio sogno e quello degli appassionati è di unificare le cinture. Vogliamo una boxe con un solo campione. Il razzismo? Io non l'ho mai capito, insegnamo ai bambini l'uguaglianza e l'amore"

ROMA - Deontay Wilder, campione del mondo di pugilato categoria pesi massimi Wbc dal 2015 in visita a Roma in questi giorni, spiega i suoi obiettivi: "Non so quali sono i piani di Joshua, ma il mio obiettivo sarà sempre quello di unificare le cinture. Io e gli stessi appassionati vogliamo una boxe con un solo campione, una sola faccia, un solo nome. Io so che sono il migliore: prima batterò Tyson Fury nel modo che vogliono tutti gli appassionati, con un ko. Poi sfiderò Joshua, voglio questa chance e lo vogliono anche i fans: spero che la sfida si faccia entro il prossimo anno". Il prossimo 22 febbraio, Wilder difenderà per l'undicesima volta il titolo da imbattuto contro Fury: "Mi sto divertendo molto qui a Roma, sono nella terra di grandissimi pugili come Benvenuti, Arcari e Carnera. Ora sono in vacanza ma la mia testa è sempre a quell'incontro. Sarà fantastico". In mattinata il pugile americano si è recato al reparto neurologia del Bambino Gesù nell'ambito del progetto 'Frammenti di luce', con Federazione pugilistica italiana (Fpi) e Wbc che hanno condiviso una donazione simbolica: "La mia prima figlia ha sofferto per una malattia - ha spiegato il campione statunitense -, questa mattina volevo dare un messaggio di forza ai loro genitori". Presente anche il pugile italiano Clemente Russo, che ha affrontato e battuto l'americano alle Olimpiadi di Pechino 2008: "Ieri notte ci stavo ripensando - ammette Wilder -. Per me è come un mio fratello, ho condiviso il ring olimpico con lui ed è stato bello incontrarlo di nuovo qui a Roma".

Wilder e il razzismo 

A chi gli chiede cosa ne pensa del problema del razzismo in Italia e in Europa, Wilder risponde: "Vengo dall'Alabama ma in 34 anni non ho mai avuto problemi. Il fatto è che io non capisco proprio il problema. Perché non possiamo amare chiunque? Comincia tutto dall'insegnare ai bambini l'uguaglianza e l'amore. I miei genitori mi hanno sempre insegnato a dare amore a chiunque. Speriamo che un giorno tutta la razza umana possa essere unita". 

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