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Rugby, incubo Rovigo. Calvisano resta campione

I bresciani, in inferiorità per 53', vincono al "Battaglini" (11-10) e prolungano il digiuno (25 anni) del club polesano

Rovigo - 30 maggio 2015
ROVIGO - CALVISANO    10-11
ROVIGO: Basson; Menon (22’-27’ st Mahoney; 27’ st Ngawini), Majstorovic, Van Niekerk, McCann; L. Rodriguez, Bronzini; And. De Marchi (19’ st E. Lubian), Caffini, E. Ruffolo; Ferro, Boggiani; Roan (22’ st Ravalle), E. Ceccato (27’ st Mahoney), Quaglio (34’ st Roan). All. F. Frati.
CALVISANO: Chiesa; G. Di Giulio (30’ pt Panico), Bergamo (40’ st Buscema), Castello (27’ st De Jager), Rokobaro; Seymour, M. Violi; Steyn, Mbandà, Belardo; Beccaris, Cavalieri; Costanzo, Ferraro, Morelli. All. Guidi.
Arbitro: Mitrea di Treviso.
Marcatori: 5’ cp Seymour, 18’ m. G. Di Giulio, 38’ cp Seymour; st: 5’ cp Basson, 39’ m. Mahoney tr. Basson.
Note: espulso Costanzo al 27’ pt; espulsione temporanea di Ceccato (16’-27’ st)

Non s'infrange il tabù di Rovigo. I polesani non vincono lo scudetto da 25 anni e da allora hanno perso tre finali, le ultime due in casa. Oggi è toccato al Calvisano ripetere l'impresa del Petrarca 2011: 11-10 al "Battaglini" e secondo titolo consecutivo, il quinto nella giovane storia del club bresciano. I ragazzi di Gianluca Guidi, che il prossimo anno allenerà le Zebre in Celtic League, ci sono riusciti malgrado abbiano giocato 53 minuti in inferiorità numerica a causa dell'espulsione del pilone Salvatore Costanzo (calcio a Roan a terra), che paradossalmente nella sua giornata più triste è divenuto il giocatore più scudettato (9) del Dopoguerra. Partita brutta, anzi inguardabile, ben gestita dal Calvisano - difesa di ferro e mille palloni recuperati - e dall'internazionale Marius Mitrea. L'unico lampo è venuto dalla meta di Gabriele Di Giulio su delizioso calcetto di un altrimenti mediocre Ben Seymour. Rovigo semplicemente non è riuscita a giocare, divorata dalla tensione e dal peso degli oltre 5000 tifosi rossoblù assiepati sugli spalti. Ha sfondato solo a 40 secondi dal termine con un'azione di forza del capitano Luke Mahoney, neozelandese al passo d'addio. Quasi un segno del destino.

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