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Geldenhuys conferma: "Lascio la Nazionale"

Il gigante boero saluta l'azzurro dopo sette anni, due Coppe del Mondo e 67 caps. Ha contribuito a vittorie storiche. "Ora mi dedicherò ai miei figli e alle Zebre"

L'aveva annunciato dopo la partita con Tonga, sabato a Padova, e oggi l'ha confermato attraverso un comunicato della FIR. Quintin Geldenhuys lascia la Nazionale. A 35 anni - è nato a Krugersdorp il 19 giugno 1981 - il gigante boero delle Zebre (2,04) non se la sente più di dividersi tra Nazionale e Celtic League. "In questa fase finale della mia carriera – ha detto – voglio dedicarmi alle Zebre, aiutarle sino a quando mi sarà possibile, e trovare più tempo da dedicare ai miei figli che stanno crescendo". Ane (6 anni), Mea (3), le due bambine, e Arno (8 mesi), tutti nati in Italia. Dove Geldenhuys vive dal 2005, da quando il Viadana lo pescò in Currie Cup, dove giocava con i Pumas dell'Eastern Transvaal (oggi Mpumalanga). In azzurro lo portò un altro sudafricano, Nick Mallett.

GRATITUDINE - Con l'Italia ha collezionato 67 caps, togliendosi anche qualche bella soddisfazione. C'è il suo zampino in vittorie storiche come le due sulla Francia e quella sull'Irlanda nel Sei Nazioni. Ha disputato due Coppe del Mondo e indossato in quattro partite i gradi di capitano. "Sarò sempre grato all'Italia per quello che mi ha dato. Qui sono nati i miei figli, è la mia casa e lo rimarrà negli anni a venire. Poter indossare la maglia azzurra e prendere parte a due Coppe del Mondo è più di quanto avrei mai potuto sognare quando sono arrivato a Viadana, essere stato chiamato a capitanare la Nazionale del Paese che mi ha adottato è stato un enorme privilegio". Il suo è un addio, ma la porta resta socchiusa. "In Nazionale sta iniziando un nuovo corso, Conor O’Shea e il suo staff sono le figure ideali per continuare a far crescere il rugby italiano. In seconda linea ci sono  giovani di valore pronti al salto, Fuser è cresciuto moltissimo e crescerà ancora, Ruzza alle Zebre può diventare un atleta di valore assoluto. E’ il momento di lasciare spazio a loro". Il comunicato non lo dice, ma Quintin a Padova aveva lasciato aperto uno spiraglio: "Spero di non servire più alla Nazionale". Dovesse accadere, chissà se il soldato Quintin negherà il suo "Obbedisco".

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