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Rugby, regalò una banana a Traoré: squalifica da record!

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Punizione dura per il pilone della Benetton Rugby Ivan Nemer, autore di un bruttissimo episodio di razzismo durante un pranzo di Natale verso il compagno di squadra

Una squalifica fino al 30 giugno 2023, unita ad un percorso di reinserimento relativo a formazione e sensibilizzazione su tematiche di integrazione. È la durissima punizione per il pilone della Benetton Rugby, Ivan Nemer (11 presenze in Nazionale), per l'episodio della banana marcia regalata durante un pranzo di Natale al compagno di squadra Cherif Traoré, accaduto il 20 dicembre scorso e pubblicamente reso noto sui social media. I due in comune hanno la maglia di club, quella azzurra, il ruolo di pilone (che li porta ad abbracciarsi in mischia) e la nascita all'estero: di Mar del Plata Nemer, guineano Traoré. Le loro strade si sono intrecciate a Treviso, ma quel 20 dicembre all'incrocio di un gesto razzista. "Il mio e' stato un gesto stupido", dice ora, dopo il patteggiamento che per lui vuole dire stagione finita.

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La decisione della federazione rugby

Nel definire la sanzione il Tribunale della federazione rugby, in accoglimento della richiesta di patteggiamento, ha tenuto in considerazione la volontà dell'argentino "di fare piena chiarezza su quanto avvenuto, il rammarico rappresentato nei confronti del proprio compagno, il riconoscimento del disonore arrecato dal proprio comportamento all'immagine della Franchigia Benetton Rugby, del rugby italiano e del gioco in generale, nonchè l'esemplare comportamento sempre mantenuto dall'atleta in campo e fuori nel corso della propria carriera". "Il razzismo non ha e non avrà mai alcun ruolo nella mia vita - ha poi detto Nemer che ha rinunciato al diritto ad appellare la sentenza - come non dovrebbe averne nella vita di ognuno di noi. Sono fortemente rammaricato da quanto è accaduto, dalla stupidità del mio gesto, dal dispiacere causato ad un amico, dall'aver arrecato danno alla mia squadra, ai compagni, al Paese che rappresento ed al gioco che amo. Vengo da un Paese multiculturale come l'Argentina, dove le culture si mescolano da oltre un secolo, e divido da sempre lo spogliatoio ed il campo con compagni ed amici provenienti da tutto il mondo"

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