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L'Italia del rugby e gli occhi lucidi di Tommaso Allan con il figlio: il racconto emozionante

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L'Italia del rugby e gli occhi lucidi di Tommaso Allan con il figlio: il racconto emozionante BARTOLETTI

L'azzurro si commuove al termine della sfida con il Galles: "Vincere così, davanti alla mia famiglia, è incredibile"

 

 

L ’immagine più tenera del post-gara la regala Tommaso Allan. In braccio ha il piccolo Aiden, gli occhi sono lucidi. Dura far credere che sia solo per la pioggia, che ha martellato per tutta la partita. Sono dell’estremo e apertura del Perpignan, che durante lo scorso Sei Nazioni chiese di allontanarsi per stare vicino alla famiglia, 17 dei 22 punti finali che conducono alla terza vittoria in quattro anni dell’Italia sui Dragoni. «Per me - ricorda lui - è anche la prima all’Olimpico». Il 31enne nato a Vicenza da mamma e papà rugbisti, oramai veterano del gruppo azzurro da 83 caps, è gioia che non può essere contenuta. «Abbiamo vissuto tante emozioni, soprattutto sul finale. Ma ora è tutto cancellato: vincere davanti alla mia famiglia è incredibile e ne sono contentissimo. Mettete anche un tempo da lupi come questo a cui non siamo abituati. Abbiamo giocato una grandissima partita, fino a quei pazzi cinque minuti. Vedremo le cose da migliorare, perché se giocheremo senza quei correttivi contro la Francia sarà dura».

Il capitano Michele Lamaro ha puntato molto su Tommy. Faceva tutto parte di un «piano che abbiamo dovuto modificare in corsa per via del meteo. In testa avevamo tutt’altra partita». E allora tanti i piazzati, anche da posizione difficile. «Era complicato giocare in attacco - continua Lamaro - Ultimamente facciamo fatica, nella 22 avversaria, ad avere palloni veloci e contatti dominanti, mentre siamo bravi a mettere pressione tra i 30 e i 50 metri. Le decisioni sulle punizioni sono dei giocatori in campo. Ho pensato ad altre opzioni, ma se vedi il piazzatore che ti dice “Me la sento” è tutta un’altra cosa». Tommaso Menoncello è uno dei più stanchi: «Ho sempre avuto l’idea che la partita fosse nelle nostre mani. A parte gli ultimi minuti, a dir poco... duri. Se mi piacciono le partite così? No, mi piace toccare i palloni e muovere le gambe».

La meta è invece di Ange Capuozzo, «ma la mia gioia non è la prima cosa. Il rugby è bello anche perché devi sapere adattarti. Non sarà la nostra vittoria più bella, ma quando si vince non c’è proprio niente da dire. È una bella giornata e basta». Per il migliore in campo Lorenzo Cannone contava metterli sotto pressione «e ci siamo riusciti. Di questa partita ricorderò certo il risultato, ma soprattutto i 60.000 sugli spalti. È grazie a loro se abbiamo vinto. A fare il tifo per me c’erano mia mamma e i miei amici». Vittoria di cuore, vittoria della gente, vittoria della mischia. Garantisce il pilone Ferrari: «Con la pioggia così, col pallone così, è fondamentale e può diventare un fattore determinante». Mentre l’altro pilone Fischetti chiosa: «Sappiamo che la strada imboccata è giusta. Vincere fa sempre bene».

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