"Contro l'Irlanda la cosa più difficile da digerire non è stata la sconfitta, ma il fatto che non abbiamo giocato" spiega Sergio Parisse, capitano deputato all'incontro della vigilia con la stampa. Risponde in inglese alle domande dei colleghi locali, in italiano a noi. Conosce anche il francese e, ovviamente, lo spagnolo (è nato a La Plata da genitori abruzzesi): il capitano perfetto. "Domani vogliamo mettere le mani sul pallone, giocare e divertirci - prosegue - Non siamo qui per guardare l'Inghilterra. Loro arrivano sull'onda del grande successo di Cardiff e, per esperienza, so che dopo un'impresa così la tensione cala un po'. Noi arriviamo senza pressioni. Twickenham ci pone sempre qualche problema, perché molti sognano di giocarci sin da piccoli, ma dovremo pensare solo a noi"
I bookmakers danno la vittoria dell'Inghilterra a 1/150: giochi 150 sterline e ne vinci una! "Cosa vorrebbe dire un successo qui? Ragazzi, sarebbe la più grande giornata nella storia del rugby italiano" s'illumina Parisse a precisa domanda di un giornalista inglese. E' un attimo, torna sulla terra. Tocca un tema scabroso: i ricambi per la Nazionale. "Non vedo l'ora di trovare un giovane n.8 che prenda il mio posto! Purtroppo non credo che, infortunati a parte, fuori da questo gruppo ci siano fenomeni trascurati". Si fa quel che si può, con quel che si ha. Sperando che le academie comincino a sfornare talenti. Cala la sera su Teddington, si va a nanna sognando una nuova alba azzurra.