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Assenti contro presenti, due Nazionali a confronto

AP

L'Italia domani gioca in Galles senza 18 giocatori, per lo più infortunati. E la squadra di chi non c'è non è inferiore a quella che andrà in campo. Anzi.

INVIATO A CARDIFF

Proviamo a fare un gioco. Leggetevi questa formazione della Nazionale:

Odiete; L. Sarto, A. Pratichetti, Garcia, Bellini; Allan, Palazzani; Parisse, Zanni, Minto; Bernabò, Geldenhuys; Castrogiovanni, Giazzon, Lovotti.

E adesso leggetevi quest’altra:

Masi; Venditti, Campagnaro, Morisi, Padovani; Canna, Gori; Van Schlalkwyk, Favaro, Derbyshire; Biagi, Furno; Cittadini, Ghiraldini, Rizzo.

Che differenza c’è? Direte voi. Beh, che la prima è la Nazionale dei presenti e la seconda la Nazionale degli assenti. La prima gioca domani in Galles (ore 15.30 it.) contro le furie rosse di Warren Gatland, che una settimana fa hanno fatto tremare l’Inghilterra a Twickenham; la seconda vedrà la prima più o meno comodamente seduta in poltrona, tra ginocchia saltate, muscoli lesionati, polpacci ricamati da punti di sutura e costole incrinate. Solo che così, su due piedi, la Nazionale gli infortunati e dei giubilati (più o meno ufficialmente) da Jacques Brunel - appare perlomeno all’altezza di quella che domani scenderà in campo nell’antro del Millennium (il cui tetto per l’occasione dovrebbe essere chiuso). A far di conto, ci mancano 18 giocatori, di cui almeno 9 probabili titolari: non possiamo permettercelo.

LEZIONE - L’Italia non è il Galles, che domani terrà a riposo il capitano Warburton (trauma cranico) e il vice Alun Wyn Jones (microfrattura al piede). E che sei mesi fa, in Coppa del Mondo, battè l’Inghilterra a Twickenham schierando la cavalleria di rincalzo. E’ (anche) per questo che il nostro Sei Nazioni, dopo le promesse parigine, si è tramutato in un calvario. Planet, sito solitamente generoso con gli azzurri, ci dà seppelliti sotto 30 punti di scarto. Sabato scorso a Dublino sono stati 43 (58-15) e non possiamo più permettercelo. “Abbiamo avuto tantissimi infortuni e c’è stata anche un po’ di sfortuna. Non credo sia dipeso dalla preparazione - commenta il capitano Sergio Parisse, che aggiunge a mo' di lezione - Però è vero che non tutti, fisicamente, hanno risposto all’appello. A questi livelli non bastano le qualità tecniche, ci vogliono anche quelle fisiche”.

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