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Rugby, bonus e cartellini: è un altro Sei Nazioni

ANSA
Le novità rischiano di falsare il torneo, primo al mondo per spettatori a partita (72.000) e mai così equilibrato. Caccia all’Inghilterra le scelte per i Lions e il sorteggio iridato: quanti motivi! Per gli azzurri è più dura

ROMA - John Feehan, direttore esecutivo del Sei Nazioni che parte oggi, ha messo le mani avanti: «A breve e medio termine non c’è alcuna possibilità che la Georgia o la Romania entrino nel torneo». Poi ha chiarito la posizione dell’Italia: «Dalla prima edizione è cresciuta moltissimo. Il problema è che le altre hanno fatto altrettanto. Ma ha appena sconfitto il Sudafrica e nel giorno giusto può sorprendere chiunque: dal 2000 ad oggi ha battuto tutte, tranne l’Inghilterra. Il suo ingresso ha arricchito il torneo». Pietra tombale sui sostenitori (tra cui svariati italiani...) della Georgia.

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NOVITÀ - Il Sei Nazioni non cambierà, anche perché sta cambiando sin troppo in rapporto a una tradizione ultrasecolare. Prima lo hanno liofilizzato da dieci a sette settimane (2003) su richiesta dei club. Che ora lo vorrebbero comprimere in cinque weekend, con che effetto sulla salute dei giocatori è facile immaginare. Poi hanno spostato alcune partite al venerdì sera (!) e alla domenica, con partite tra chi riposa cinque giorni e chi sette e, per l’Italia, evidenti danni economici per la concomitanza con la serie A di calcio.

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Adesso si sono inventati i punti di bonus (vedi infografico), uno strumento che rischia di falsare la classifica. Può accadere che chi perde tutte le partite non arrivi ultimo e che chi le vince tutte non arrivi primo. In Francia se ne sono già accorti e hanno cambiato le regole. I signori del torneo si sono limitati ad attribuire un bonus supplementare a chi centra il Grand Slam: così, bontà loro, non finirà secondo. «Abbiamo fatto questa scelta per spingere le squadre a segnare di più» ha spiegato Feehan. Già, perché lo scorso anno s’è segnato poco: 4,7 mete a partita... Siamo sicuri che un 40-30 sia più divertente e appassionante di un 20-10? Quest’anno poi c’è un’altra variabile: l’inasprimento delle sanzioni per i placcaggi pericolosi deciso da World Rugby. Il Sei Nazioni è il primo grande torneo che si disputa con le nuove raccomandazioni agli arbitri. Il timore è che si traducano in un diluvio di cartellini (gialli e rossi) e falsino le partite. Non se ne sentiva il bisogno. La violenza non appartiene al torneo. In 17 edizioni, si sono contate appena 156 espulsioni temporanee (meno di 0,6 a partita) e solo sei definitive. L’Italia la squadra più punita (ma va?) con 43 gialli e tre rossi, la Francia la più “buona” con 12 gialli e un rosso. Tra bonus e cartellini, molti equilibri potrebbero saltare, il potere arbitrale (già eccessivo) aumenta e l’Italia - tradizionale vaso di coccio tecnico e politico - rischia di pagare il conto più salato.

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