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Italia, quando la vittoria sfuma per i dettagli

Getty Images

I particolari che hanno fatto la differenza tra gli Azzurri e la Francia nell'esordio del Sei Nazioni di Rugby

ROMA - Dobbiamo curare i dettagli, abbiamo perso per alcuni dettagli. Quante volte avete sentito frasi del genere dopo una sconfitta dell’Italia. I dettagli sono un po’ come i poteri forti: tutti i terrapiattisti li citano ma nessuno sa cosa siano. E allora proviamo a sollevare il velo su questi fantomatici granelli di sabbia che inceppano il meccanismo della Nazionale, di qualsiasi nazionale. Primo dettaglio: minuto 5’, azzurri in difesa ma in possesso. L’abbecedario vorrebbe che Varney, prima di calciare dalla base del raggruppamento (quell’inestricabile groviglio di corpi da cui l’ovale esce non si sa bene come), si faccia proteggere da un paio di compagni, per schermare la pressione altrui. Il nostro mediano invece calcia subito, d’istinto, ma davanti a lui si parano i 203 centimetri di Flament, Tour Eiffel dello Stade Toulousain. Pallone stoppato, meta: 7-0 Francia. Dettagli. Secondo dettaglio: minuto 80’ e spicci. L’Italia ha l’opportunità di giocare l’ultima penaltouche a un amen dalla meta francese. E di vincere la partita. Ma Allan, per il resto ammirevole in attacco e in difesa, esausto, svirgola appena il calcio. La palla esce a 10 metri dalla linea, anziché a 5 (limite massimo consentito). Per il raggruppamento avanzante azzurro quei cinque metri fanno tutta la differenza del mondo. La Francia ne sporca l’impostazione, la palla scivola, avanti, sipario. Potevi vincere, hai perso. Dettagli, appunto.

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