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Brignone, campionessa dell’armonia

Brignone, campionessa dell’armonia Getty Images
Leggi il commento sulla storica vittoria in Coppa del mondo della sciatrice azzurra

Agenda del Quirinale, prenotare subito un’udienza: Mattarella ha ricevuto e premiato di tutto, davvero non si riesce a immaginare come possa snobbare la Federica. E per Federica intendo quella vera, genuina, spontanea, la simpaticona che vorremmo come figlia, moglie, zia, nipote, comunque umanissima compagna di merende, lasciando l’aura da divina fatalona all’altra Federica, che ci tiene tanto. Vincere la Coppa del mondo a 34 anni, vincerla in questo modo, è in assoluto e senza discussioni un’impresa enorme. Non è per niente secondario che questo capolavoro sia della Brignone. Diciamoci la verità: il volto del momento, in assonanza con ritmica e modi di quest’epoca, sarebbe Sofiagoggia. Estroversa ascendente spaccona, postura e slang che piacciono ai fabbricanti di personaggi, ambizioni nel gossip e nel mondano, Sofiagoggia è l’esatta espressione del suo tempo. Così che la grande rivalità non risulta artificiale, drogata, costruita negli uffici marketing: le due signore delle nevi sono davvero due mondi opposti.  

La rivalità con Goggia

Lodevole l’impegno che ci mettono a sopportarsi in pubblico, ma non è nemmeno dovuto: il genere Moser-Saronni o Mazzola-Rivera ha comunque un suo perché. In ogni caso: della Goggia si parla e si scrive, eppure è giunto il momento di dire che la fuoriclasse totale si chiama Federica Brignone. Il sorriso smaltato va bene, l’allegria libera e spontanea va benissimo, l’umanità e la simpatia vanno ultrabene, ma vogliamo dire che è prima di tutto una sciatrice spaventosamente forte, lucida, elegante? Vogliamo tramandare al futuro l’idea di una campionessa fenomenale, capace di padroneggiare la pista e prima ancora le tensioni, gli stress, le pressioni? Se dovessi dire, senza fare il Mario Cotelli che non sono, direi senza paura di sbagliare che la qualità migliore di Federica, vista da qui, da questa parte dello schermo, sia l’armonia, cioè quel sistema di tante componenti misteriosamente shekerate nei dosaggi e nei modi migliori. Poi certo, c’è tutto il resto, che va oltre il dato tecnico.

Mamma Quario

È un trofeo formato famiglia, letteralmente, il che fa molto italiano, almeno un certo italiano della nostra tradizione domestica e mammona: c’è la madre Ninna Quario che l’ha scodellata e le ha trasmesso qualcosa più di un Dna, c’è il papà maestro di sci, c’è persino un fratello che la allena senza farle sconti e carezzine. È un trionfo che sa di focolare, ma non per questo fuori tempo e fuori moda. Federica magari non si prenderà mai la scena all’Isola dei Famosi o a Milano Moda, non comparirà nelle seratone del Twiga e del Billionaire, più facile ritrovarla in una taverna della Val d’Aosta o in una stube della Val Pusteria. Tuttavia con lei stiamo scoprendo - meglio, ri-scoprendo - un’altra Italia, defilata rispetto all’Italia che fa rumore e clamore nelle Terrazze Sentimento e nelle Gintonerie, un’Italia forte solo delle sue certezze semplici e dei suoi valori essenziali. È un modello che abbiamo gustato con la serenità misurata di Sinner, la gustiamo in un’altra versione con l’euforia spensierata di Federica Brignone. È la nuova Heidi ti sorridono i monti. Versione invernale, gioia bambina tra nevi dorate. 

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