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Coronavirus: aglio, alcol, 5G, tripla mascherina... Le 47 fake news smentite ufficialmente

Il ministero della Salute ha pubblicato una lista con le notizie false che circolano sul web: c'è di tutto

Le fake news sul coronavirus sono sempre più diffuse. Basta farsi un giro sui social network per leggere di tutto. Dai poteri curativi dell'aglio o di un bagno caldo, all'accortezza di tagliarsi la barba o addirittura bere alcol. Il ministero della Salute ha pubblicato una lista di 47 notizie false, e le ha smentite categoricamente invitando i cittadini ad attenersi sempre alle fonti ufficiali.

Ecco l'elenco delle news smentite dal ministero della Salute

1. Fare gargarismi con la candeggina, assumere acido acetico o steroidi, utilizzare oli essenziali e acqua salata protegge dall’infezione da nuovo coronavirus.
Nessuna di queste pratiche protegge dal COVID-19 e alcune di queste sono pericolose per la salute.

2. Tagliarsi la barba evita il contagio
La bufala nasce da una sbagliata interpretazione di una infografica del CDC dedicata alla sicurezza sul lavoro per il corretto utilizzo delle mascherine. Leggi infografica del CDC.

3. Il coronavirus rende sterili, soprattutto gli uomini
Non ci sono evidenze scientifiche che l’infezione da nuovo coronavirus causi sterilità maschile o femminile.

4. Se vieni contagiato dal nuovo coronavirus, te ne accorgi sempre
La malattia Covid-19 può dare luogo in alcuni casi ad una sintomatologia simile a quella di altre malattie respiratorie come l'influenza e il raffreddore comune, con tosse secca, febbre, stanchezza; in altri casi si manifesta con sintomi diversi, diarrea, iperemia congiuntivale, mal di gola, dolori muscolari, naso che cola, fino ad arrivare a difficoltà respiratorie e polmoniti. Inizialmente e generalmente questi sintomi sono lievi, pertanto è possibile non accorgersi subito della loro comparsa.

5. I bambini non rischiano di essere contagiati dal nuovo coronavirus
I bambini non sono immuni all'infezione da nuovo coronavirus. Anche loro possono essere infettati e sviluppare la malattia Covid-19, anche se ci sono stati relativamente pochi casi segnalati tra i bambini.

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