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Striscia, inchiesta sulle mascherine: dubbi sull'U-Mask

L'inviato di Striscia la notizia Moreno Morello ha analizzato la sicurezza delle mascherine biotech, utilizzate da diversi personaggi famosi

ROMA - Le U-Mask funzionano davvero? È quello che si è chiesto Moreno Morello, l'inviato di Striscia la notizia che da qualche settimana sta portando avanti un'inchiesta sulla sicurezza delle mascherine. Quando parliamo di U-Mask parliamo di quei dispositivi composti da una parte in tessuto colorato e da un filtro intercambiabile all’interno. Sono molto in voga tra sportivi e personaggi del mondo dello spettacolo ma, secondo le analisi effettuae, avrebbero un'efficacia ben inferiore a quanto stabilito dalla legge. "Distribuita in 121 Paesi del mondo, la U-Mask è stata adottata da diverse federazioni sportive, in Formula 1 ce l’hanno Ferrari, Mercedes e McLaren, serve tantissime aziende, in Parlamento è diffusissima, la indossano Chiara Ferragni e Fedez, si trova negli shop di grandi marchi automobilistici, dicono che ha una molecola che distrugge i batteri", ha spiegato l'inviato del tg satirico di Antonio Ricci.

L'inchiesta di Striscia la notizia sulle U-Mask

"I consumatori hanno la percezione di avere su naso e bocca una protezione superiore rispetto a quella garantita dalle chirurgiche, ma i test — fatti in più laboratori qualificati — rivelano che siamo sotto di svariati punti. Insomma le U-Mask filtrerebbero meno di quelle da 50 centesimi e costano pure 35 euro", ha aggiunto. Morello ha poi puntualizzato che l’azienda che la produce avrebbe fatto sapere che "considerata la particolare struttura e conformazione, non si potrebbe testare con i metodi tradizionali, così è stata esaminata con un loro metodo, innovativo e personale. Peccato che il metodo andrebbe validato". Nessuna violazione della legge: l’azienda le produce, le fa testare autonomamente e ne dichiara la conformità sotto la propria responsabilità. Una procedura che, tuttavia, come ribadisce l'inviato di Striscia la notizia: "Può prestare il fianco a errori, omissioni o furbizie da parte dei produttori, e che forse andrebbe rivista".

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