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Sara Carbonero in lacrime parla per la prima volta in pubblico della sua malattia

La giornalista, ex moglie di Iker Casillas, ha rotto il silenzio sul cancro che ha cambiato per sempre la sua vita

Sono dovuti passare cinque anni prima che Sara Carbonero parlasse apertamente della malattia che le ha cambiato per sempre la vita, come lei stessa ha confermato definendola "una delle notizie più dure della sua vita". Nel 2019 la giornalista ha ricevuto la diagnosi di cancro alle ovaie per il quale è stata operata d'urgenza. Una volta lasciato l'ospedale non ha più proferito parola sul suo stato di salute. Fino alla partecipazione al gala ELLE x Hope al Palacio de Santoña di Madrid, dove ha commosso tutti con la sua toccante testimonianza. "Non è stato facile per me prendere la decisione di essere qui oggi a ritirare questo premio... Perché per me è la prima volta che parlo apertamente della mia malattia, il cancro. Una parola da cui sono fuggita da anni e alla quale non volevo fare riferimento - ha esordito Sara nel suo discorso - Mi ci è voluto del tempo per accettare che questa è una corsa di lunga distanza, che sarò sempre una paziente di oncologia e che vivrò con l'incertezza, ho persino imparato ad abbracciarlo".

Sara Carbonero parla per la prima volta della malattia

"Dobbiamo normalizzare il cancro, capire che mostrarsi vulnerabili non è un male, anzi il contrario. Nessuno è perfetto né fingiamo di esserlo. Ma, soprattutto, sono qui per inviare un messaggio di speranza, di incoraggiamento a tutte le persone che convivono con questa crudele malattia", ha continuato Sara Carbonero. Poi ha parlato del suo ruolo di madre: "Voglio inviare un messaggio speciale a quelle donne con bambini piccoli, alle quali ancora non riesci a spiegare perché la madre resta a letto per otto giorni dopo ogni chemio".

La vita di Sara Carbonero dopo il tumore

Infine, la giornalista ha voluto lanciare un messaggio di speranza a tutte quelle persone che oggi si trovano ad affrontare questa malattia: "Ricordate che c'è speranza, che c'è luce alla fine del tunnel, che sono qui, cinque anni dopo, grazie alla medicina e all’amore. Altre persone non sono state così fortunate".

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