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Ecco come si lavorerà durante il Coronavirus: i dipendenti finiscono in capsule spaziali

Sono delle strutture esagonali progettate da un architetto egiziano. Si chiamano Qwokntnine e garantiranno la massima sicurezza a prova di claustrofobia

ROMA - La speranza è che veramente possa arrivare un vaccino contro il Coronavirus il prima possibile. Anche per non finire a lavorare in delle capsule esagonali a prova di claustrofobia con filtro dell’aria incluso. Esiste qualcosa di più alienante di questo? Difficile immaginarlo. Sta di fatto che il progetto dell’architetto egiziano Mohamed Radwan calza a pennello con la situazione che stiamo vivendo in questi mesi.

Come funzionano le capsule

Le Qwokntnine (ovvero le capsule spaziali che vedete nella foto dell’articolo) sono state pensate per permettere alle aziende di far tornare i propri dipendenti al lavoro nella sicurezza già totale. Un’isola tecnologica con tavolo e pc destinata ad una singola persona, ovviamente tenuta alla debita distanza dai colleghi. Si potrà accedere alle capsule solo tramite riconoscimento facciale (siamo pur sempre nel 2020, diamine) al fine di eliminare la necessità di una maniglia di apertura della porta, possibile ricettacolo di germi e virus. L’aria sempre fresca e pulita sarà garantita dai ventilatori posti sul tetto della singola capsula. Un futuro distopico che anche la serie tv Black Mirror avrebbe faticato ad immaginare.

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