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Coronavirus, Crisanti: "Il coprifuoco è necessario per evitare il lockdown"

ANSA

Così il virologo ordinario di microbologia all'Università di Padova: "Tutte le misure che diminuiscono i contatti avranno effetti sulla trasmissione del Covid. È giusto bloccare la movida per salvare scuola e lavoro"

MILANO - "Mi auguro che le misure del governo abbiano effetto, il problema è come tenere bassi i contagi: cosa facciamo se funzionano le misure del governo? Tutte le misure che diminuiscono i contatti avranno effetti sulla trasmissione del virus. Il coprifuoco è un passo necessario per evitare il lockdown, prima di arrivare alla chiusura generalizzata. È un pass che va tentato". Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, è intervenuto ai microfoni di Agorà su Rai 3. "Non è un problema di quarantena - prosegue il virologo -, ma di individuazione dei contagi. Non possiamo fare come la Cina che su 11 casi ha fatto milioni di tamponi. Oggi noi stiamo convivendo con il virus ma con sofferenza e per questo bisogna arrivare a numeri bassi dei contagi: con 10mila casi nessun sistema è in grado di reggere- Bisogna bloccare le catene di trasmissione dei contagi".

Crisanti: "Il sistema di tracciamento non funziona"

"I dati che fanno paura sono sia il rapporto tamponi e positivi sia il rapporto positivi e isolati, che ci dice quanto funziona il sistema di controllo della trasmissione. È un dato basso, per ogni positivo ci dovvrebbero essere 7/8 isolati. Il che significa che il sistema di tracciamento sul territorio non funziona. Si è arrivati a questi numeri perché stavamo in situazione di equilibrio instabile tra la capacità di trasmissione del virus e la nostra di individuarlo. Con la riapertura delle scuole e la ripresa delle attività abbiamo dato involontariamente al virus capacità di riprendersi. Non sono stati fatti investimenti necessari in 5 mesi, le restrizioni prima o poi funzionano ma vanno fatti investimenti prima".

Crisanti: "Bisogna abbassare i contagi"

"Con 1.500/2.000 casi non siamo in grado di fare tracciamento, gli investimenti dovrebbero intervenire su questo: saltata una certa soglia non funziona più nulla". Con i numeri odierni, "se anche il 90% avesse scaricato l'App Immuni manderebbe 250mila messaggi: non c'è sistema in grado di gestire tutto questo, bisogna tornare a livelli bassi di contagi. Ci siamo illusi che, passata la prima ondata, fosse tutto risolto. Il terreno dove si vince la battaglia col virus è il territorio".

Crisanti: "Limitiamo i contatti superflui!"

"La Lombardia pensa al coprifuoco dalle 23 alle 5 e alla chiusura dei grandi negozi nel weekend? Male non fa, purtroppo non è più tempo di stare davanti ai locali e frequentare luoghi affollati, ma di limitare i contatti superflui, come ben indicato dagli ultimi due decreti del governo. Condivido l'idea di ridurre al massimo i contatti sociali per provare a salvare scuola e lavoro", ha aggiunto l'esperto sottolineando che nessuno sa se le misure rallenteranno i contagi. "Tutto dipende dai comportamenti degli italiani. Credo che stavolta il messaggio sia arrivato forte e chiaro, per cui mi aspetto dei risultati".

Crisanti: "Lockdown? No, ma..."

Il Comitato tecnico scientifico "non si è mai posto il problema di come tenere bassi i contagi e si è illuso che l'epidemia finisse a giugno", sottolinea Crisanti. "Allo stesso modo ora centellina ogni settimana nuove misure mettendo in difficoltà lo stesso governo. Se a novembre il contagio calasse ci vorrebbe un piano nazionale di sorveglianza e di prevenzione per stabilizzare la situazione e non vivere in altalena i prossimi otto mesi. Anche sui test la burocrazia del Cts ci ha privato degli strumenti adatti a controllare il contagio. Un nuovo lockdown è improbabile, ma - ha avvertito l'esperto - potrebbero servire nuove misure".

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