ROMA - Campania e Toscana entrano in zona rossa e si aggiungono a Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia di Bolzano e Valle d’Aosta mentre Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche passano in zona arancione unendosi ad Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria. Le sole gialle rimangono Lazio, Molise, la provincia autonoma di Trento, Sardegna e Veneto.
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Ecco le misure adottate da Friuli ed Emilia Romagna
Si tratta di misure molto simili tra loro: dall’ingresso nei negozi di generi alimentari consentito a una sola persona per famiglia, alle piazze chiuse o ai bar che dalle 15 alle 18 possono servire solo clienti seduti, fino - e qui sta la differenza, perché questa restrizione non sarà in vigore in Emilia Romagna - alle fasce orarie riservate agli over 65 per la spesa. Il governatore emiliano Bonaccini, però, commenta: "Anche se in questi giorni abbiamo condiviso ogni passaggio con il ministero della Salute e abbiamo ricevuto un sostanziale ok, non c’è stata una rassicurazione al 100%. Il tema di un nostro passaggio ad un colore diverso da quello attuale è sul tavolo".
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La situazione in Campania
Diversa la situazione, invece, in Campania, dove l’applicazione di nuove restrizioni è apparsa inevitabile. Preoccupa la tenuta del sistema sanitario campano, da giorni sotto stress. “L'ordinanza del ministro che adotta la zona rossa per la Campania non è una bella notizia ma è una notizia di verità” ha commentato a Radio Kiss Kiss Napoli il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
Il Governo vaglia i Covid hotel
Nel tentativo di sgravare i pronto soccorso di tutto il Paese, il Governo ha dato incarico al commissario straordinario Domenico Arcuri, "di individuare spazi alternativi agli ospedali sui territori: i Covid hotel" e alla Protezione Civile di prepararsi ad allestire degli ospedali da campo. A spiegarlo ieri è stato lo stesso Arcuri che ha anche sottolineato come saranno le Regioni a dover comunicare il fabbisogno per innescare la macchina che garantirà fino a 20 mila nuovi posti letto per trasferire in queste strutture quei degenti asintomatici che potrebbero lasciare gli ospedali ma non possono rientrare presso la propria abitazione.