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"Coronavirus, i cani possono identificare le persone infette"

EPA

Così la veterinaria Daniela Leal: "È ciò che fanno anche con altre malattie, come diabete o cancro. Non riconoscono l'odore del virus, ma quello che emana il corpo dopo aver contratto il Covid"

BARCELLONA (Spagna) - La Generalitat de Catalunya ha iniziato una serie di test pilota, in Finlandia ci lavorano già da settembre: sono i cani il possibile nuovo alleato dell'uomo nella lotta al Coronavirus. "Più o meno come fanno già con altre malattie, come il diabete o il cancro, hanno la capacità di riconoscere determinati odori nelle persone infettate da Sars-Cov2. I cani non riconoscono l'odore del virus, quanto piuttosto quello che il corpo produce quando viene infettato. Hanno una sensibilità olfattiva a diversi odori che si manifestano come risultato dei cambiamenti metabolici che si verificano nei pazienti e, quindi, possono essere in grado di rilevare pazienti con Covid-19. Perché ciò sia possibile, devono essere addestrati in anticipo a riconoscere odori specifici", afferma a Sport and Life Daniela Leal, veterinaria della Barkin.

"Cani e Coronavirus, 94% di successo"

"Uno studio dell'Università di Hannover ha evidenziato che i cani hanno avuto fino al 94% di successo nel rilevare le persone con Covid-19. I cani sono addestrati a riconoscere gli odori. L'odore viene presentato al cane e attraverso la tecnica del rinforzo positivo, che consiste nell'aggiungere uno stimolo piacevole quando il cane esegue un comportamento appropriato, cioè premiare il cane dopo aver obbedito a un ordine, viene educato ad individuare questo tipo di odore. Possono essere utilizzati in luoghi pubblici? È ancora troppo presto per dirlo poiché non sappiamo se i cani possano rilevare le persone infette in un contesto reale e se hanno la capacità di farlo anche in luoghi pubblici. Inoltre, sono necessari ulteriori studi per capire se i cani possano differenziare un'infezione da Covid-19 da un'altra, come una semplice influenza. La situazione è più complessa di quanto possa sembrare a priori", conclude Daniela Leal.

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