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"Brasile, l'epidemia di Coronavirus è una Fukujima biologica"

EPA

Gli scienziati sono preoccupati dal crescente numero di morti giornalieri e dalle continue mutazioni del virus: "È come la peste nel Medioevo"

RIO DE JANEIRO (Brasile) - "È una calamità totale, la più grande tragedia umana nella storia brasiliana. Potremmo arrivare a 500.000 morti entro il 1 luglio, anche se l'Università di Washington ha rilasciato un'altra stima che suggerisce che se il tasso di trasmissione aumentasse di circa il 10%, potremmo arrivare a 600.000 morti. È un reattore nucleare che ha innescato una reazione a catena ed è fuori controllo. È una Fukushima biologica". A lanciare l'allarme ai microfoni della Bbc è il dottor Miguel Nicolelis, ex coordinatore regionale del team di risposta alle pandemie.

"Il Brasile è al collasso: è come la peste nel Medioevo"

A preoccupare il dottor Nicolelis sono soprattutto le numerose varianti individuate nella nazione sudamericana, ben 92, tra cui la P.1, meglio nota come variante brasiliana: "Il Brasile ora non è solo l'epicentro della pandemia in tutto il mondo, è una minaccia all'intero sforzo della comunità internazionale per controllare la pandemia sul pianeta. Stiamo registrando nuove varianti ogni settimana e alcune di esse potrebbero essere più letali. Alla fine arriveranno in tutto il mondo". Da febbraio, nel Paese, si registrano nuovi poco invidiabili record di vittime giornaliere (ieri 4.195), e i media locali raccontano di ospedali sull'orlo del collasso, paragonando la situazione attuale all'epidemia di peste nel Medioevo, con oltre il 90% dei posti letto in rianimazione occupati nella maggior parte degli Stati brasiliani.

"L'unica soluzione sarebbe il lockdown, ma Jair Bolsonaro si rifiuta"

"È una situazione spaventosa. Al ritmo con cui stiamo vaccinando... l'unico modo per rallentare la diffusione estremamente rapida del virus sarebbe un lockdown efficace per almeno 20 giorni", afferma l'epidemiologo Ethel Maciel. Nonostante i gridi d'allarme, però, il premier Jair Bolsonaro continua a rifiutare categoricamente l'ipotesi di una chiusura totale. A destare scalpore sono state le recenti dichiarazioni del presidente brasiliano alla folla di Rio de Janeiro: "Basta agitarsi e lamentarsi. Per quanto tempo durerà il pianto? Presto torneremo alla normalità".

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