ROMA - Una confessione shock, con il racconto di una "violenza fisica, sessuale e psicologica". A farla è Heather Parisi, showgirl oggi 63enne e uno dei volti simbolo della televisione italiana dalla fine degli anni settanta fino alla prima metà degli anni novanta.

Il racconto di Heather

Un racconto che la ballerina ha fatto a Francesca Fagnani nella puntata di 'Belve' che andrà in onda domani (martedì 14 febbraio) alle ore 21 su Rai 2. "La cosa più brutta, per me, era la violenza psicologica - ha detto Heather Parisi -. È molto complicato perché la gente vede ma non dice niente, ti dicono che sei una bugiarda". E quando la conduttrice le chiede se stia parlando del suo compagno di allora e il motivo della mancata denuncia, questa è la risposta: "Nessun compagno, era una persona che mi stava a fianco ma non cerco la vendetta. Non ho protetto lui, ho protetto me". Tra i temi affrontati nell'intervista anche il suo trasferimento a Hong Kong, secondo i 'rumors' motivato da alcuni problemi finanziari (proprio durante la registrazione della puntata c'è stata la visita di un ufficiale giudiziario): "Mio marito ha chiuso una fabbrica, è spiacevole ma non è un reato. Non siamo scappati perché veniamo in Italia quando desideriamo, andiamo e torniamo, io sono sempre qui".

La rivalità con Lorella Cuccarini

Parisi ha inoltre raccontato la sua difficile infanzia: "Mio padre se ne è andato via di casa quando avevo due anni, mia madre non c’era mai, io facevo la mamma a mia sorella Tiffany. Cucinavo, lavavo la casa, facevo la lavatrice e facevo la baby-sitter. Era tanto da chiedere a una bambina di otto anni, per questo sono stata salvata quando a dodici anni ho avuto una borsa di studio e sono andata a vivere da sola". Non poteva inoltre mancare una domanda sulla presunta storica rivalità con Lorella Cuccarini: "Se ci pensi bene siamo completamente diverse. Lei è la prima della classe, sa tutto a memoria, io invece faccio sempre quello che mi viene in mente al momento. Io se faccio una prova in studio in onda faccio tutta un’altra cosa. Non abbiamo nulla in comune".