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La schiacciata di Egonu

Leggi il commento sulla partecipazione della pallavolista azzurra al Festival di Sanremo

Benigni lascia il palco di Sanremo urlando che è felicissimo di vivere in questo Paese, gli subentra la Egonu dicendo che questo Paese è razzista. Se io sbarcassi da Marte a chi dovrei credere? Siccome io non sbarco da Marte perché sto in Italia da una vita, direi che tutti e due parlano di un Paese loro, un Paese che hanno dentro, non necessariamente vero e reale. La vita funziona come le temperature, conta sempre il percepito.

Egonu senza sfumature

Da parte sua, la Egonu non prevede e non accetta sfumature. Le è presa questa fissa della campionessa infelice, infelice per colpa nostra, e non fa che rinfacciarlo. Avrebbe tutte le carte in regola per vivere nel cotone di questi tempi correttamente benpensanti, è donna, è di colore, è lesbica, non le manca proprio nessun requisito per essere intoccabile, ma evidentemente non basta. Il Paese che la fa diventare bandiera della pallavolo nazionale e che le stende la passatoia rossa a Sanremo per umiliarci, proprio in questo Paese non farebbe mai nascere un figlio suo per evitargli lo schifo.

Italia, un Paese libero

Cosa vuoi dire, a una primadonna così carica di rancori? Non c’è difesa. Solo una cosa, magari. Cara Egonu, per quanto razzista e schifoso, questo resta comunque il Paese in cui sei libera di dirlo. Credimi, non è poco, se ti guardi in giro per il mondo (arrivi giusta giusta dalla Turchia di Erdogan: notata nessuna differenza? Eventualmente senti Pegah, la ragazza iraniana cui a Sanremo è sembrato un sogno semplicemente sciogliersi i capelli). E in ogni caso, qui, la Costituzione che più o meno consapevolmente abbiamo appena celebrato con toni roboanti consente a Blanco di ammorbarci con la sua pietosa messinscena botanica e a te di prenderci a pesci in faccia, reiteratamente. Però devi saperlo: è la stessa libertà che permette a noi di offenderci per le tue schiacciate da campionessa frignona. Certo che esiste un’Italia pessima di razzisti ignoranti, ma è un’Italia piccola, un’Italia minoritaria e minorata. L’altra Italia, l’Italia vera, è un luogo niente male in cui vivere, anche con la pelle un po’ più scura. Prima imparerai ad aprire gli occhi, ad affrontare il bello e il brutto della vita, prima diventerai una donna adulta, civile, responsabile. Una bella e valorosa donna italiana, una bella e valorosa persona italiana.

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