Robbie Williams, signori: prendere o lasciare. La popstar è in Italia per promuovere il biopic “Better Man”, in uscita il primo gennaio, che ripercorre la sua vita senza tralasciare genio ma, soprattutto, sregolatezze. Sul grande schermo il personaggio di Robbie è interpretato da una scimmia e a dirigere questo folle (ma molto riuscito) film è Michael Gracey, seduto accanto a lui nella conferenza stampa di presentazione che si è svolta stamattina a Roma davanti ad una sala gremita di giornalisti.
Robbie Williams: "Facile raccontare solo le cose belle"
Robbie è uno showman e, dopo aver acceso l’entusiasmo ieri sera a Napoli durante la serata finale di X Factor, ha concesso il bis anche oggi nella capitale: “Nel film ho voluto raccontare nel modo più onesto possibile tutti gli ostacoli che ho dovuto superare nella mia vita. Io ci ho messo la mia autenticità e la mia volontà di condividere tutto. Perché abbiamo scelto di raccontare la mia vita nel corpo di una scimmia? Quello che raccontiamo è come Robbie si vede e io mi vedo come un primate. E poi ci sono tantissimi biopic e ormai ci siamo un po’ stancati di vederli. Poi molti sono ripuliti e risistemati, il mio invece non è filtrato ma è il racconto genuino della mia vita”.
Robbie Williams: "Ho smesso con sesso e droga. Ma ho un'altra dipendenza"
Robbie Williams ha poi raccontato le sue emozioni che traspaiono chiaramente lungo il racconto del film: “Io sono così come mi vedete, sono onesto e odio fingere. Quindi vi prendete tutto, anche i miei eccessi. A volte faccio cose strane o insolite ma non me ne accorgo fino a quando qualcuno non me le fa notare. Le persone stanno parlando bene di Better Man forse perché riconoscono la mia autenticità e onestà. Se ho fatto questo film per lanciare messaggi o per altruismo? La verità è che no, non l’ho fatto per aiutare gli altri. La ragione è che la prima leva è stata carrieristica. Io sono un personaggio che per professione cerca attenzione e laddove questa attenzione non c’è, io non esisto. Lo stesso discorso vale per il documentario su Netflix. Poi, visto che alle persone l’autenticità piace, forse si sono identificate. Quindi diciamo che la ragione altruistica è stata più che altro un effetto collaterale. Io sono una persona vittima delle dipendenze e impulsiva. La droga, il sesso, la televisione, il cibo sono sempre state causa di dipendenza. Ora con molti di questi aspetti ho chiuso ma per il cibo e il fisico il discorso è differente, è una lotta che continua”.
Il ricordo confuso di Sanremo 1994 con i Take That
Ultima battuta sul suo ricordo di Sanremo ’94 quando sul palco dell’Ariston salì assieme ai Take That: “Voi italiani non siete precisini come gli inglesi. Quando partecipo a degli show televisivi nel mio paese, tutto è in ordine con persone vestite in giacca e cravatta. Ieri sono stato a Napoli e dietro le quinte ho visto gente che correva a destra e a sinistra, che urlava e dicevo tra me e me ‘quanto amo questo paese’. Sanremo nel 1994? Ma chi se lo ricorda, ero strafatto! Ma poi scusate, lo fanno ancora? Comunque se mi invitassero ci andrei volentieri”. Carlo Conti è avvisato.