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Polonara: «Che esempio dalle tifoserie!»

CIAMILLO

L’ala di Reggio: «Bello vedere in finale i nostri fan e quelli di Sassari così uniti»

BOLOGNA - «Il mio tallone... d’Achille? Sono un tipo poco paziente: vorrei tutto e subito. Ad esempio avrei voluto giocare immediatamente gara 2 con Sassari, senza aspettare un giorno». L’impazienza di Achille Polonara nasce forse da una partita, quella di domenica a Reggio Emilia che ha dato il via alle finali scudetto, semplicemente fantastica: 18 punti, 12 rimbalzi, 2 recuperi e 2 assist. Soprattutto una carica agonistica che ha immediatamente annientato le già scarse velleità dei lunghi di Sassari. orfani dello squalificato Lawal, è vero, ma proprio per questo avrebbero dovuto metterci ben altra intensità.

VOLANTE - Il 23enne lungo anconetano lanciato dal Teramo era arrivato alla Reggiana in estate, dopo una stagione a Varese di certo non brillante. Oggi letteralmente vola: sopra il ferro, a schiacciare, a catturare palloni, a dare spettacolo. Ma regalando sempre un apporto concreto. Il ragazzo alto e magro, poco propenso a lottare in area, è solo un lontano ricordo: quello che va in campo oggi è un’ala forte che ha messo su muscoli, grinta e un buon bagaglio tecnico ancora migliorabile. «Per questo devo dire grazie a Reggio Emilia, allo staff, al club: hanno creduto molto in me, mi hanno dato delle responsabilità, mi hanno fatto giocare. Dal punto di vista della mentalità ho lavorato parecchio assieme a coach Menetti e ad Alessandro Frosini (ex centro azzurro, oggi d.s., ndr). All’inizio non stavo andando bene. Alessandro allora mi ha detto: “Pensa a lavorare e a divertiti e vedrai che tutto diventerà facile”. Questo colloquio ha voluto dire tanto per me». Ad aiutarlo è stato l’ambiente reggiano, «dove mi sono trovato bene subito. Menetti poi è una persona aperta, con cui si può dialogare davvero. In allenamento dice sempre qualche battuta, ma quando c’è la lavorare è il primo a farlo duramente».

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