Beve (quasi) solo latte, vive per i suoi cavalli e con i suoi atteggiamenti fuori e dentro il campo si è guadagnato alla grande il soprannome di Joker. Che sia quello interpretato da Jack Nicholson, Joaquin Phoenix o Heath Ledger poco importa. Nikola Jokić, stella serba dei Denver Nuggets campioni del 2023, è un personaggio di quelli autentici, difficili anche da descrivere in un solo articolo. Forse anche per questo il campione ha deciso di raccontarsi in un libro scritto dal giornalista Mike Singer dal titolo: "Why so serious?”. Il tutto mentre la serie tra Denver Nuggets e Los Angeles Clippers, quarti di finale della Western Conference Nba è sul 3-3. Ma le pepite del Colorado si sono aggrappate come non mai al loro giocatore migliore, il migliore per numeri di tutta la lega a dire il vero. Nikola Jokic, appunto. In tripla doppia di media in questo campionato come i soli Oscar Robertson e Russell Westbrook. Tutti col sorriso, quel sorriso beffardo. Da Joker.
Jokic, per molti il migliore di sempre
Ne è passato di tempo dai primi canestri a Sombor, in Serbia, dove Jokic è nato passando per le due medaglie olimpiche, la passione innata per i cavalli e la lotta contro i pregiudizi per il suo aspetto, le sue condizioni atletiche e la sua indolenza. Nessuno in fondo è mai stato come Jokic a pallacanestro: mani da pianista e stazza da pilone. In grado di farsi eleggere per la terza volta negli ultimi quattro anni come miglior giocatore della regular season nella lega professionistica in cui giocano ancora mostri sacri come LeBron James, Kevin Durant, Steph Curry. Da molti è considerato il miglior centro all around della storia del basket e, più in generale, uno dei migliori giocatori di tutti i tempi. Nel conteggio dei riconoscimenti come Most Valuable Player (Mvp) Jokić è ora alla pari con Magic Johnson e Larry Bird, a una lunghezza da LeBron James, a due da Michael Jordan. Insomma, è nella ristretta lista di quelli che hanno scritto la storia di questo sport. E quasi certamente non è finita qui, visto che ha ancora 30 anni.
Cavalli, sagre e fratelli rissosi
Ma per farlo ridere davvero non gli parlate di basket e di record. Il suo volto s’illumina d’immenso quando si parla di cavalli. Appena finisce la stagione, sale su un aereo e torna in Serbia dove ha una grossa tenuta e un allevamento di cavalli di razza. Ha talmente tanta voglia di andare dai suoi amici equini che nel 2022 il premio di miglior giocatore Nba gliel'hanno dovuto recapitare via corriere. In estate poi non è raro incontrarlo in Italia in giro per ippodromi: ciabatte, canotta e birra alla mano. Non si può non amarlo, anche se in molti detestano i suoi fratelli maggiori, pugili rissosi e maneschi, che si sono fatti notare in tutte le arene Nba al punto da rischiare di essere allontanati per sempre dalle partite in cui è impegnato Nikola. Lui, invece, è un bonaccione: balla alle sagre, beve birra, ama la tavola. Non gli interessa lo stile da star perfetta, e in campo basta il cervellone da scienziato per sopperire agli addomali scolpiti dei colleghi. Qualcosa sul basket, però, in fondo si può dire, giusto per dovere di cronaca: l'allenatore ad interim dei Denver Nuggets, David Adelman, arrabbiato in conferenza stampa dopo la sconfitta in gara 6 contro i Clippers che ha portato la serie playoff sul 3-3 ha criticato l'arbitraggio, in particolare sulla difesa su Jokic che, a suo dire: "Subisce davvero troppi falli". È il destino delle stelle.