ROMA - L’ashtag #DankeDirk è uno dei più caldi, in Germania. Ma anche in giro per il mondo, soprattutto a Dallas, dove WunderDirk è sempre un idolo anche quando rappresenta il suo paese, in Europa.

Tutti in piedi ad applaudire Dirk Nowitzki, dopo l’uscita dalla Mercedes-Benz Arena di ieri, tra le lacrime. Standing ovation reale e virtuale per il 37enne campionissimo tedesco, che chiude proprio a Berlino la storia d’amore con la sua nazionale, da lui guidata a traguardi impensabili come l’argento europeo 2005 e il bronzo mondiale 2002.

Settimo realizzatore ogni epoca dell’NBA e da poco secondo realizzatore ogni epoca degli Europei (il primo è Tony Parker), Nowitzki lascia la sua Germania, sconfitta di 1 con la Spagna ed eliminata, ricevendo un tributo unanime per la serietà e la dedizione con cui si è sempre speso per il basket tedesco.

La Frankfurte Allgemeine lo esalta. “Dirk le ha provate tutte, ha torturato il suo fisico per farsi trovare in forma. Ma non è stato sufficiente, la fortuna non ha certo aiutato la squadra”. Lui, invece, quasi chiede scusa: ”Non ho certo giocato un grande torneo, purtroppo non sono riuscito a fare le cose che avrei voluto”.

ADDIO ALLE ARMI - Sempre nella giornata di ieri, l’Eurobasket ha celebrato un altro toccante addio alla propria nazionale: quello di Vlado Ilievski.

Ultima partita con la Macedonia, ieri, a 35 anni, persa contro la Slovenia giocando 35 minuti e segnando 15 punti. “Purtroppo credo sia stata la mia ultima gara con questa maglia - ha detto in lacrime l’ex playmaker di Siena, Roma e Virtus Bologna - sono orgoglioso di averla vestita per tanti anni”.

Capitano e bandiera, al suo quinto europeo, Ilievski resta nella storia del piccolo paese balcanico per la tripla allo scadere che diede alla Macedonia la storica vittoria sulla Lituania e il quarto posto all’EuroBasket 2011.