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Kobe Bryant, resi pubblici i risultati della sua autopsia e del pilota: ecco cosa è emerso

Il rapporto rivela che la leggenda Nba avesse un farmaco nel suo corpo, il metilfenidato. Ara Zobayan invece è risultato negativo ad alcol e droghe

LOS ANGELES (California) - La leggenda Nba Kobe Bryant aveva del metilfenidato nel suo corpo nel momento in cui perse la vita, mentre viaggiava a bordo dell'elicottero che si schiantò il 26 gennaio nella città di Calabasas, in California, quando aveva solo 41 anni. Sono state rilasciate le autopsie dei nove presenti nel velivolo precipitato, tra cui anche Gianna, seconda figlia dell'ex stella dei Los Angeles Lakers. Il rapporto indica che Bryant avesse un unico farmaco nel suo sistema, il metilfenidato, che viene venduto con il marchio Ritalin e generalmente usato per trattare il disturbo da deficit di attenzione, iperattività e narcolessia.

Tragedia Bryant, i risultati dell'autopsia

I dati rivelano che il pilota dell'elicottero, Ara Zobayan, anch'egli deceduto, non avesse alcol o droghe nel suo corpo. Dalle autopsie si evince inoltre che tutti i passeggeri abbiano subito lesioni mortali istantanee quando l'elicottero si è schiantato contro la collina, lasciando intendere ancora di più quanto sia stato brutale l'incidente. Il rapporto fornisce un quadro agghiacciante, parlando di ossa rotte, parti del corpo smembrate e un odore fortissimo di carburante in ciò che rimaneva degli indumenti bruciati. Di conseguenza i decessi sono stati provocati da un forte trauma e tutti sono morti sul colpo.

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