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Finale, notte decisiva Sacchetti: chi la dura la vince

Reggio Emilia ritrova Lavrinovic e Silins. Menetti: “Giusto andare a gara7”. Sassari vuole espugnare il PalaBigi dopo quasi sette anni di digiuno

ROMA – Per il secondo anno consecutivo, lo scudetto (e in questo caso assieme alla qualificazione all'Eurolega) viene assegnato nell'ultimo giorno possibile, cioè in gara7 della finale. E come l'anno scorso, lo spettacolo (con il triplo supplementare di mercoledì, il primo nella storia di una finale) e gli ascolti hanno convinto la Rai a portare la sfida su Rai3, per questo gara7 di Reggio Emilia-Sassari inizia alle 21.15. Gli emiliani recuperano Ojars Silins (acciaccato dopo gara6) e probabilmente anche Darijus Lavrinovic, assente mercoledì.

MENETTI – Max Menetti, tecnico di Reggio Emilia, vede il sogno vicino, anche se nella maratona di gara6 la sua squadra ha sprecato due volte il match-point per lo scudetto, al 40' e al 45'. E oggi il tecnico cerca lo scudetto nella sua città, e nella squadra che rilevò in Legadue nel 2011, evitando la retrocessione allo scadere. “Giusto andare a gara7, non ho nulla da recriminare su gara6, forse soltanto la tripla di tabella di Logan a fine primo supplementare. Sono gare giocate sui nervi, la gente forse si diverte più di noi. La buona notizia è che dopo gara7 si finisce...”.

SACCHETTI – Lo stesso Meo Sacchetti vuole completare un lungo percorso a Sassari, dove è alla sesta stagione, e al PalaBigi cerca quel successo che al Banco Sardegna manca da oltre sei anni per andare a caccia del terzo trofeo stagionale dopo Supercoppa e Coppa Italia. E proprio ripensando a quelle sfide il tecnico del Banco Sardegna, che cerca stabilità al tiro da tre (2/36 tra gara5 e i primi due quarti di gara6, poi 4/7 nei supplementari del sesto atto), Sacchetti dice: “E' la terza finale dentro o fuori della nostra stagione. Gara6 è stata pesante, ci abbiamo messo 15 minuti in più che peseranno su entrambe le squadre. Ho scelto di ridurre le rotazioni perché questa è la gara che non ha domani, è normale che sia così, bisogna giocarsela tutta”.

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