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Collina, Uefa e Ucraina qualcosa non va

Bongarts/Getty Images

Il designatore dei direttori di gara europei supervisore a Kiev: questione d’opportunità

ROMA - A distanza di una settimana dalla cocente eliminazione in semifinale di Europa League, la ferita non si è ancora rimarginata. Anzi, brucia, ancor di più ogni volta che un nuovo tassello si aggiunge a quelli precedenti, rinnovando la rabbia per un’esclusione ritenuta ingiusta, urlata anche dal presidente De Laurentiis contro l’Uefa di Platini subito dopo la gara d’andata contro gli ucraini del Dnipro (gol del pareggio in fuorigioco non visto, non è che al ritorno sia andata meglio....). Negli ultimi giorni, c’è un nuovo aspetto sul quale si sono concentrati i tifosi azzurri e riguarda Pierluigi Collina, nella sua veste di UEFA’s chief refereeing officer, in pratica il designatore degli arbitri del Vecchio Continente, dagli Europei in giù, ed in quella di supervisor of Ukrainian referees, supervisore degli arbitri ucraini. Nel Paese dei sospetti (lo confermò Andreotti con una delle sue massime più famose), nessuno adombra alcunché, se non una classica questione di opportunità o di un possibile conflitto di interessi. Che Napoli e il Napoli vorrebbero fosse chiarita.

Dopo una settimana
Napoli e il Napoli
ancora s’interrogano
sull’eliminazione
dall’Europa League

Incarico. Pierluigi Collina, il miglior arbitro del Mondo (dal 1998 al 2003, secondo quanto stabilito dalla IFFHS, la Federazione mondiale degli storici e degli statistici del calcio), Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (onorificenza concessa nel 2003 dall’allora Presidente Carlo Azeglio Ciampi), a luglio del 2010 ha lasciato il suo ruolo di designatore degli arbitri italiani (che aveva cominciato a ricoprire nel 2007 e che per un periodo lo aveva portato a vivere sotto scorta per le minacce ricevute, cosa mai successa prima) perché Michel Platini gli aveva offerto la carica di designatore di tutti gli arbitri dell’Uefa. Praticamente nello stesso periodo, ha ricevuto una proposta anche da parte del presidente della Federcalcio ucraina, Hryhoriy Surkis, personaggio con un passato burrascoso, nel 1995, con il fratello Igor - numero uno della Dinamo Kiev avversaria della Fiorentina nei quarti di finale - tentò, con un paio di pellicce e una valigetta di corrompere l’arbitro spagnolo Lopez Nieto alla vigilia di Dinamo-Panathinaikos, col risultato che la squadra di Kiev fu esclusa dalle competizioni internazionali per due anni. Sukris propose a Collina di diventare supervisore degli arbitri dell’Ucraina. Incarico accettato, alla luce del sole (lo sapeva Platini ed il sito della Football Federation of Ukraine ne diede notizia, pubblicando anche, a maggio del 2012, l’annuncio del rinnovo del contratto per altri tre anni, scadenza prossimo giugno), ma che avrebbe dovuto far nascere una domanda, a cominciare dall’Uefa stessa.

Visione. Si chiedono, a Napoli, che potrebbe non essere opportuno ritrovarsi capo degli arbitri dell’Uefa e, contemporaneamente, supervisore degli arbitri di una Nazione specifica (incarico che Collina divide e ha diviso con Luciano Luci, i due legatissimi sin da quando arbitravano, e Stevanato, che anche in Italia ha “curato” da vicecommissario Can gli assistenti di serie A). Un po’ come se il designatore attuale degli arbitri italiani, Domenico Messina, venisse chiamato a fare il supervisore di un Comitato Regionale specifico. Nulla di male sul piano strettamente formale. Ma è chiaro che sarebbe una scelta inopportuna, nei confronti delle altre regioni e degli altri arbitri.

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