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Brasile, Dunga: «Io, minacciato per mancate convocazioni»

Action Images / Reuters

Il ct della Selecao Carlos sulle parole di Romario: «Ci sono rimasto male perchè lo conosco bene e non me l'aspettavo»

ROMA - Alcune delle convocazioni della nazionale brasiliana sarebbero 'orientate dai procuratori che fanno in modo di far chiamare i loro assistiti'. Nel paese che ospiterà la prossima Olimpiade, quella di Rio 2016, la 'vocè gira da anni e di recente è stata ritirata fuori dall'ex fuoriclasse Romario, ora senatore e acerrimo rivale dei dirigenti che hanno guidato la federcalcio (Cbf) per anni e ora sono travolti dagli scandali della Fifa. In una lunga intervista al programma di Tv Globo 'Esporte Espetacular', il ct della Selecao Carlos Dunga ha parlato anche di convocazioni e procuratori spiegando di essere rimasto deluso per le parole di Romario: «Ci sono rimasto male perchè non me l'aspettavo: lui mi conosce bene e sa come sono. In Brasile c'è la democrazia e tutti possono dire la loro. Però prima di dire certe cose uno dovrebbe avere delle prove». «Comunque non ho mai ricevuto pressioni prima delle convocazioni - ha aggiunto Dunga -, ma abbiamo avuto problemi per non aver chiamato alcuni giocatori. Sono arrivate minacce tramite messaggi»

LE MINACCE - «Sarebbero i procuratori comandano il calcio, e che quindi non serve fare certe cose: loro si sarebbero uniti per andare contro di noi. Per fortuna si è trattato di un solo episodio, e gli altri hanno capito che non serve far intervenire un agente o intermediario: un giocatore le sue qualità deve dimostrarle sul campo». Sui grossi problemi giudiziari che stanno avendo gli ultimi tre presidenti della Cbf e che possono influire sul rendimento della Selecao ha detto: «Al tifoso interessano più i risultati della squadra - ha risposto Dunga - che la situazione politica della federazione. Noi comunque dobbiamo concentrarci sui nostri compiti e le nostre responsabilità, cercare di fare un buon lavoro e dare tranquillità ai giocatori».

PALLONE D'ORO - Il ct brasiliano ha poi rivelato di aver votato Neymar per il Pallone d'Oro, "perchè lo merita visto che è il suo momento: Cristiano Ronaldo non sta giocando a livello di prestazioni sui livelli dell'anno scorso. Messi invece non è stato bene, si è infortunato e Neymar in questo periodo di tempo è diventato il leader del Barcellona, segnando tanti gol e facendo altrettanti assist. Quindi penso che sia giunto il suo momento". Dunga ha ora di fronte la sfida olimpica, e le relative pressioni, visto che tutti si aspettano che la Selecao vinca finalmente, a Rio, l'oro del calcio dei Giochi. «Corro dei rischi? chi non li corre non vince. Il grande segreto è avere l'equilibrio per formare la squadra giusta». Pensando a Rio 2016, Dunga è affascinato "dalla velocità, dal poter vedere le cose che fa Bolt. Se mi piacerebbe farmi una foto con lui? Sì, certo".

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